La Vergine Annunciata (conosciuta anche come “Annunciata di Palermo”) è una delle opere più note e rappresentative del pittore siciliano Antonello da Messina, artista di spicco del Quattrocento italiano divenuto celebre per la profondità psicologica dei suoi ritratti. Antonello fu il primo a riuscire a fondere nella sua pittura la monumentalità e la razionalità della tradizione italiana con la luce e l’attenzione per i dettagli tipici della pittura fiamminga.
Descrizione ed analisi dell’opera
La Vergine Annunciata di Antonello da Messina è un dipinto ad olio su tavola di piccole dimensioni (45×34,5 cm), fu realizzata intorno al 1475 e si trova attualmente conservata presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, a Palermo. In quest’opera, l’artista introduce una grande novità che rivoluziona l’iconografia tipica dell’episodio dell’Annunciazione della Vergine, dove Maria e l’Arcangelo Gabriele sono solitamente disposti all’interno di una scena che si svolge in maniera orizzontale.
Nell’Annunciata di Antonello, invece, la scena rappresentata nel dipinto mostra soltanto l’immagine frontale di Maria (raffigurata di tre quarti) ed elimina la figura dell’angelo annunciante che, in questo caso, viene ad identificarsi con lo spettatore stesso. È proprio questa forte connessione che il pittore riesce ad instaurare fra noi ed il dipinto a rendere quest’opera così coinvolgente ed affascinante.
La Vergine è raffigurata nell’attimo in cui l’Arcangelo Gabriele le si palesa davanti, avvolta da un velo blu che tiene chiuso sul petto con la mano sinistra, mentre con la mano destra protesa in avanti fa un gesto che sembra voler frenare l’avanzamento dell’angelo ed allo stesso tempo accettare il compimento del suo messaggio divino. Lo sguardo di Maria, rivolto a sinistra verso il basso, ed il suo gesto in segno di timore e di pudore, mostrano il suo complesso stato d’animo interiore, impreparato all’arrivo della creatura celeste ed allo stesso tempo curioso di conoscere il suo messaggio.
Composizione e stile
Nonostante l’arrivo prorompente dell’angelo, come mostrano le pagine sollevate del libro sul leggio, la Vergine non si scompone, ma mantiene inalterata la sua eleganza e la sua grazia. La sua stessa immagine mostra un preciso ordine geometrico voluto dall’artista: il volto di Maria è inscritto in un perfetto ovale, il velo che copre il capo e le spalle forma un triangolo e l’apertura del velo sul volto forma a sua volta un triangolo rovesciato più piccolo.
Lo sfondo scuro mette in risalto la figura della Vergine, la quale sembra emergere dal dipinto in una postura quasi sospesa ed isolata, che crea un’atmosfera senza tempo. L’immagine della Vergine Annunciata di Antonello da Messina, pur con evidenti rimandi alla pittura fiamminga, mantiene un aspetto equilibrato ed armonioso, contrapponendosi allo stile più “epidermico” dei fiamminghi e concentrandosi maggiormente sull’aspetto fisionomico e su quello psicologico del personaggio.