Il Cristo alla colonna è considerato come la migliore opera pittorica di Donato Bramante, artista di spicco del Rinascimento, e costituisce l’unico suo dipinto su tavola ad oggi conosciuto. L’opera, commissionata dall’Abbazia di Chiaravalle, è databile tra il 1480 e il 1490 e si trova attualmente conservata presso la Pinacoteca di Brera di Milano.
Analisi dell’opera e stile
Il Cristo alla colonna di Bramante è un dipinto su tavola che presenta degli elementi innovativi che spezzano con la tradizione e che lo rendono un’opera davvero straordinaria nel panorama rinascimentale. Il primo elemento è la colonna a cui è legato Gesù, che in questo caso è sostituita da un pilastro con una decorazione floreale in bassorilievo di stile classicheggiante. Altro elemento innovativo è l’inquadratura del dipinto che, ponendo la figura del Cristo in primissimo piano, accentua il pathos della scena e permette allo spettatore di cogliere tutta la sua carica emotiva.
La figura di Cristo è rappresentata da un corpo possente e muscoloso raffigurato a mezzo busto, perfettamente proporzionato e di chiara ispirazione classica, che viene modellato attraverso un sapiente contrasto di luci ed ombre e l’utilizzo della prospettiva. L’opera rimanda da un lato alla cultura urbinate da cui proveniva Bramante e dall’altro all’influenza della pittura fiamminga, come dimostra l’attenzione minuziosa per i dettagli e la doppia illuminazione, che proviene dal corpo stesso di Cristo e dalla finestra che si trova alle sue spalle.
Nell’opera di Bramante è evidente anche la forte influenza di Leonardo da Vinci, come la veduta dalla finestra che sfuma in lontananza ed alcuni dettagli di estremo realismo. Tra questi possiamo notare la grande espressività del volto di Cristo, raffigurato con la bocca semiaperta e gli occhi lucidi da cui scendono delle lacrime quasi invisibili, ed il corpo arrossato nei punti in cui le corde stringono maggiormente. L’illuminazione della scena crea dei forti riflessi nei riccioli dorati della barba e dei capelli, tra cui è possibile intravedere un rigolo di sangue che scende sul capo.
La scena sullo sfondo
Sul davanzale della finestra sullo sfondo poggia una pisside dorata, elemento utilizzato in chiesa per contenere le ostie oppure il vino, che qui rappresenta il simbolo dell’Eucaristia, alludendo alla Passione di Cristo. La scena fuori dalla finestra mostra un paesaggio in cui sono visibili delle imbarcazioni su un corso d’acqua e delle montagne rocciose.
Secondo alcune interpretazioni, la scena potrebbe riferirsi allo sbarco della flotta turca nel porto di Otranto avvenuto nel 1480, che sfociò in una violenta battaglia in cui fu ucciso anche il vescovo della città, episodio che fu molto sentito e che provocò uno sconvolgimento generale. Bramante, dunque, con la sua opera vuole alludere da un lato alla minaccia turca della Chiesa cattolica e dall’altro alla presenza tangibile di Cristo, che con la pietà luminosa e rassicurante del suo sguardo mostra al mondo il suo trionfo (simboleggiato dal cappio intorno al collo e dalla corona di spine).