Altro che casa e famiglia: durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre gli uomini erano impegnati al fronte, le donne fecero alcuni dei lavori più pericolosi, che contribuirono anche in maniera significativa a risolvere il conflitto.
Le donne, durante la Seconda Guerra Mondiale, non rimasero in casa “a fare la calzetta”, ma scesero in campo e si impegnarono su entrambi i fronti, e in ruoli militari e ufficiali che si sono avvicinati al combattimento più che mai.
L’Unione Sovietica, in particolare, mobilitò migliaia delle sue donne: più di 800mila si sarebbero arruolate nell’Armata Rossa durante il conflitto e, di queste, più della metà prestarono servizio in unità di prima linea.
Le forze britanniche inclusero molte donne insieme agli uomini in unità antiaeree vitali. E la Germania nazista seguì l’esempi più tardi nella guerra, quando le sue fortune (ormai indebolite) richiesero la piena mobilitazione di tutta la nazione.
Delle quattro maggiori potenze impegnate nel conflitto, solo gli Stati Uniti si sarebbero opposti a mandare le donne sul campo di battaglia.
Tuttavia, migliaia di donne americane, si arruolarono nell’esercito a vario titolo durante la Seconda Guerra Mondiale, sconvolgendo intere generazioni e mettendo anche in discussione le supposizioni sulla capacità e sul coraggio femminili.
Unione Sovietica: bombardiere e cecchine
Le donne sovietiche prestarono servizio come esploratrici, cannoniere antiaerei, come guidatrici di carri armati e come combattenti partigiane, ma i due ruoli più pericolosi – e celebrati – che ricoprirono furono quelli di pilote e di cecchine.
Nell’autunno del 1941, con l’invasione delle forze tedesche che minacciava Mosca, Marina Raskova (conosciuta come la “Amelia Earhart russa”) convinse Joseph Stalin ad autorizzare tre reggimenti di donne pilota.
Il più famoso fu il 588esimo reggimento di bombardiere notturne, le cui pilote colpirono così tanti dei loro obiettivi che i tedeschi iniziarono a chiamarle Nachthexen, o “streghe notturne”.
Usando traballanti aerei di compensato, le donne del 588esimo parteciparono a più di 30mila missioni aeree e sganciarono più di 23mila tonnellate di bombe sui nazisti.
30 di loro furono uccise, mentre 24 ricevettero la medaglia dell’Eroe dell’Unione Sovietica, il più alto riconoscimento al valore della nazione.
Sebbene quasi 2500 donne sovietiche furono addestrate come cecchine, molte di loro assunsero questo ruolo senza una formazione ufficiale.
Assegnate ai battaglioni di fanteria, le cecchine avevano il compito di prendere di mira gli ufficiali tedeschi in prima linea e di eliminarli mentre avanzavano.
Una cecchina, Lyudmila Pavlichenko (nota anche come “Lady Morte”), uccise 309 tedeschi, inclusi 36 cecchini nemici, in meno di un anno di servizio con la 25esima divisione fucilieri dell’Armata Rossa.
Ferita in quattro diverse occasioni, venne congedata con tutti gli onori alla fine del 1942.
Il governo sovietico la mandò negli Stati Uniti, dove girò il Paese con Eleanor Roosevelt. Aveva 25 anni.
Regno Unito: le Ack Ack Girls
Verso la metà del 1941, quando i soldati britannici iniziarono ad usare le donne del Servizio Territoriale Ausiliario (ATS) in unità antiaeree, dissero che lo scopo era quello di “liberare” più uomini per il combattimento. Alle donne infatti era ancora vietato assumere ruoli da combattimento.
Il blitz era appena terminato, ma la Luftwaffe tedesca continuava a lanciare bombardamenti su Londra e in tutta la Gran Bretagna durante il conflitto.
Le donne ATS (conosciute popolarmente come “Ack Ack Girls”) prestarono servizio in batterie miste di artiglieria reale con gli uomini.
Sebbene fossero molto abili nell’individuare o nel localizzare gli aerei nemici, come anche ad impostare la portata e il rilevamento dei cannoni antiaerei e a maneggiare le munizioni, alle donne era effettivamente proibito premere il grilletto.
Come racconta un’assistente di artiglieria:
“Abbiamo svolto gli stessi compiti degli uomini. Quando stavano di guardia tutta la notte però, loro avevano il loro fucile, noi invece il manico di una scopa.”
Molte donne dell’ATS furono assegnate ad unità di proiettori, che erano posizionati attorno a ciascun complesso di cannoni per mettere in luce i bombardieri tedeschi in arrivo affinché i cannoni prendessero la mira.
I proiettori illuminavano anche i cieli per il ritorno degli equipaggi di bombardieri britannici e scansionavano anche i mari alla ricerca di navi tedesche in avvicinamento.
Formato nell’ottobre del 1942 per ordine del maggiore generale Sir Frederick Pile, il 93esimo reggimento di proiettori fu il primo reggimento dell’esercito britannico tutto al femminile.
Azionò circa 72 proiettori fuori Londra, ciascuno composto da una dozzina di donne (più un uomo per accendere il generatore e sparare con una mitragliatrice, se necessario).
Alla fine della guerra, più di 74mila donne britanniche avevano prestato servizio in unità antiaeree. In totale, 389 donne dell’ATS rimasero uccise o ferite durante il conflitto.
Come scrisse in seguito Pile:
“Le ragazze vivevano come uomini, combattevano con le loro luci come uomini e, ahimé, alcune di loro morivano come uomini.”
Di Francesca Orelli
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