Chiunque da bambino avrebbe voluto fare un salto a Topolinia o Paperopoli, e spendere il proprio tempo in un mondo fantastico in grado di accompagnare l’infanzia di molteplici generazioni.
I più fortunati avranno avuto la possibilità, quantomeno, di visitare Disneyland e vivere magiche atmosfere nell’universo animato più celebre mai concepito.
In pochi sanno, però, che Walt Disney aveva progettato un punto di incontro tra le sue idee rivoluzionarie e il mondo reale. Celebration, città attualmente presente in Florida di circa 7.000 abitanti, non molto lontana da Disney World, venne ideata dal mostro sacro dell’animazione negli anni 60’, e portata a compimento solo nel 1996.
Una città perfetta per persone perfette
Partendo dal successo del suo parco di divertimenti, Walt Disney pose come suo obiettivo, attraverso quello che all’epoca venne chiamato “The Florida Project”, quello di costruire un ambiente che riuscisse a trasferire in un luogo reale (con persone reali), l’armonia che contraddistingueva l’universo abitato da Pippo e Topolino.
Quando l’idea venne ripresa, negli anni Novanta, gli architetti e i responsabili degli ambienti provarono quindi a creare un luogo speciale, che potesse diventare un esempio per gli altri centri cittadini del paese, favorendo la tranquillità ed il benessere dei suoi abitanti.
I ben 4 miliardi investiti portarono alla realizzazione di una simpatica città a forma di mezza luna caratterizzata da una serie di piccole foreste, campi da golf, laghetti e abitazioni in 6 stili differenti: costiero, francese, vittoriano, classico, coloniale e mediterraneo.
A Celebration, ovviamente, ogni forma possibile di criminalità venne estirpata grazie ad un sistema di sicurezza basato su fibre ottiche. Inoltre, non era previsto che la comunità insediatasi al suo interno superasse le 20.000 unità; solo in questo modo l’efficienza energetica, sanitaria e “morale” della cittadina poteva considerarsi intatta.
La realtà che si abbatte sulla fantasia
Il tempo, però, non ha dato ragione al progetto ambizioso (e un po’ inquietante) di Walt Disney. Diversi problemi hanno evidenziato le criticità di un sistema non così perfetto come si pensava all’inizio.
Soprattutto il sistema scolastico non adeguato (con aule di 80 ragazzi gestite da tre insegnanti) e le costruzioni di scarsa qualità usurate dal tempo, hanno dimostrato negli anni come il particolare esperimento della Disney non rispecchiasse l’ideale della città perfetta che era stato ipotizzato.
Dal, 2004, inoltre, la città smise di essere proprietà della multinazionale californiana, essendo stata acquistata dalla società di investimenti Lexin Capital.
Nel 2010, il primo omicidio di un uomo di 58 anni da parte di un ragazzo di 28 che sosteneva di essere stato da lui molestato, ha aperto anche il primo di una serie di squarci nella “bolla protettiva” che gli abitanti sentivano di poter vantare rispetto al resto del mondo.
Negli Stati Uniti, da anni continua il dibattito su una città che rimane in ogni caso più sicura delle altre, ma dove una certa inquietudine (più distopica che utopica) aleggia sin dalla sua costruzione.
Un tentativo che aveva come obiettivo quello di realizzare una piccola società perfetta, la quale, però, probabilmente è immaginabile solo all’interno di un cartone animato.
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