Si chiama Lily Wilder, ha quattro anni e mentre passeggiava con il padre e il cane lungo una spiaggia nel Galles meridionale ha scoperto l’impronta, in eccellente stato di conservazione, lasciata da un dinosauro vissuto 220 millioni di anni fa.
La mamma, Sally, racconta di come ritenga le passeggiate nella natura, laddove sia possibile farle in sicurezza, un toccasana contro i problemi derivanti dalle restrizioni dovute alla pandemia in corso, soprattutto per bambini dell’età di Lily o del fratellino George, un anno.
La spiaggia del Galles si trova all’interno di un’area protetta per il particolare interesse scientifico
E proprio durante una di queste scampagnate è avvenuto il ritrovamento, facilitato dal fatto che l’impronta si trovasse “all’altezza giusta” per cadere sotto lo sguardo della piccola Lily.
Lunga dieci centimetri, l’impronta fu lasciata da un dinosauro bipede alto intorno ai 75 centimetri per due metri e mezzo di lunghezza, coda compresa, che si cibava di piccole prede e insetti. Purtroppo non sono stati rinvenuti nell’arcipelago britannico ossa che corrispondano a tale traccia.
Pangea, l’ultimo supercontinente
Tuttavia essa è molto simile a quelle lasciate dal dinosauro chiamato celofisio e ritrovate anche in Nordamerica. In effetti all’epoca gli Stati Uniti e la Gran Bretagna erano unite, parte del supercontinente noto come Pangea (dalla cui frammentazione sarebbero nati i continenti odierni), quindi condividevano la flora e la fauna di quel periodo. L’impronta mostra chiaramente dettagli della muscolatura e delle articolazioni e sarà oggetto di studio da parte dei paleontologi di tutto il mondo.
Il reperto troverà posto presso il Museo Nazionale dell’Università di Cardiff (National Museum Cardiff) dove Lily, che già era appassionata di dinosauri, potrà leggere il proprio nome che la identifica come scopritrice del fossile.