21 Novembre 2024
Gusci di arachidi

Oltre che dal legno, lo xilosio si può ricavare anche da materiali di scarto come i gusci delle arachidi (Immagine: Lebendmittelfotos)

Ricercatori di un'università britannica mettono a punto una bioplastica particolarmente versatile ricavata dal legno.

Lo xilosio è un monosaccaride a cinque atomi di carbonio anche chiamato zucchero del legno. Presenta alcune caratteristiche interessanti sia dal punto di vista alimentare (vanta un basso indice glicemico e calorico) che nell’utilizzo nell’ambito di alcune procedure mediche diagnostiche, ma i ricercatori del Centro per la Tecnologia Circolare e Sostenibile dell’Università di Bath (Regno Unito) ne hanno ora elaborato un’ulteriore, interessante applicazione.

Le materie plastiche hanno rivoluzionato il mondo ma notoriamente ai tanti benefici si accompagnano altrettanti problemi, che vanno dalla produzione allo smaltimento o riciclo. Da tempo si tenta di ovviare ai lati negativi, o almeno limitarli, attraverso la realizzazione di plastiche non derivate dal petrolio ma dalle biomasse.

Il mais è l’esempio più comune di materia prima da cui ricavare bioplastica

Tuttavia affinché diventino competitive le bioplastiche necessitano di qualità superiori nonché l’assenza o riduzione di problemi che potrebbero presentarsi in caso di produzione massiccia, come coltivazioni apposite che toglierebbero spazio e risorse a quelle destinate all’alimentazione.

Il polimero messo a punto presso l’università britannica presenta caratteristiche di estremo interesse: esso può essere utilizzato come base per la produzione del poliuretano (largamente in uso nelle imbottiture) e come alternativa al glicole polietilenico utilizzato in ambito farmaceutico, o all’ossido di polietilene che trova impiego come elettrolita nelle batterie.

Un materiale dalle qualità “regolabili”

Il polimero è molto versatile: può essere prodotto in modo che presenti una struttura cristallina oppure flessibile, mentre ulteriori caratteristiche aggiuntive possono venire indotte tramite l’aggregazione di altri gruppi chimici in modo da espanderne ulteriormente le possibili applicazioni, che spaziano dal packaging alla medicina fino alla produzione di energia.

Questa flessibilità rappresenta un passo avanti rispetto alle bioplastiche attualmente presenti sul mercato e dal punto di vista della sostenibilità il polimero presenta il vantaggio di essere ricavato da un materiale abbondante quale il legno, inclusi anche scarti come i gusci delle arachidi. In sostanza, un materiale ricavato da fonti biologiche rinnovabili.

I ricercatori ritengono infine che questa nuova tecnologia presenti la caratteristica della scalabilità, altra base fondamentale per eventuali produzioni su scala industriale.

Fonte: Thomas M. McGuire et al, “Control of Crystallinity and Stereocomplexation of Synthetic Carbohydrate Polymers from d ‐ and l ‐Xylose”, Angewandte Chemie International Edition

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