Ernst Paul Klee nasce a Münchenbuchsee nel 1879 da padre tedesco e da madre svizzera, entrambi appartenenti al mondo della musica. Dal 1891 al 1901 studia a Monaco all’Accademia di Franz von Stuck, in seguito trascorre un anno in Italia per poi giungere a Berna e successivamente a Parigi. Figura di spicco dell’arte del XX secolo, Paul Klee si dedica nel corso della sua vita a diverse forme di espressione artistica: dalla musica alla poesia alla pittura, per poi prediligere quest’ultima.
La centralità del colore nella pittura di Paul Klee
La sua vasta produzione artistica attraversa tutti i momenti salienti dell’Avanguardia novecentesca: dall’Astrattismo al Dadaismo, dal Surrealismo al Bauhaus, tuttavia fuggendo sempre le dinamiche competitive interne ai gruppi che seguivano le varie tendenze. Un secondo viaggio a Parigi nel 1912 è determinante per i contatti che Klee riesce ad instaurare con i pittori cubisti, che lo instradano sulla via che gli è più propria, ovvero quella del “colore”.
Due anni dopo l’artista si reca in Tunisia, dove scopre i colori intensi e le modulazioni della luce del Sud, che lasciano in lui un segno profondo ed indelebile. È così che nell’artista tedesco nasce un bisogno di superare la tecnica dei grandi Maestri dell’arte raffinata di fine secolo e di percorrere nuove vie, sulla strada dell’esotismo orientale di Vincent Van Gogh, del Primitivismo di Paul Gauguin e dell’Africa di Pablo Picasso. È per questo motivo che Paul Klee non costituì mai un suo unico stile, ma fu sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di nuovi sentieri da percorrere per produrre la sua arte.
L’Arte e la Musica: la polifonia pittorica
Nato da una famiglia di musicisti, Paul Klee era lui stesso un eccelso violinista. È così che i suoi studi approfonditi sull’armonia musicale si riflettono in molte delle sue opere, come ad esempio nei suoi Quadrati magici del 1936, in cui l’artista studia sistematicamente i rapporti quantitativi che esistono tra i colori. A differenza degli altri artisti a lui contemporanei, che consideravano la musica come una “maestra dell’astratto”, Paul Klee è il primo a parlare di “polifonia pittorica”, che considera superiore a quella musicale. Secondo l’artista tedesco, infatti, è proprio attraverso la pittura che si può esprimere con più efficacia la natura del movimento.
Nei suoi Diari (1898-1918), in cui l’artista parla delle sue personali riflessioni sull’arte e delle opere di propria produzione, Klee afferma che: “La pittura polifonica supera la musica, in quanto qui il tempo è qualcosa di più che spazio… Il concetto della contemporaneità vi si manifesta più intensamente. Per rendere evidente il movimento a ritroso che concepisco nella musica, richiamo l’attenzione sull’immagine riflessa nei vetri di una vettura tramviaria in corsa”.
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