Bridgerton: la serie più romantica dell’anno
Ci ha tenuti incollati allo schermo fin dal giorno di Natale. Bridgerton è la nuova serie Netflix creata da Chris Van Dusen e prodotta da Shonda Rhimes. Ispirata ai romanzi di Julia Quinn, ci ha trasportati in una Londra regency fatta di scandali e intense storie d’amore. Va da sé, che noi ce ne siamo già follemente innamorati.
La storia di Bridgerton
Agli inizi del 1800, i Bridgerton sono una delle famiglie più illustri di Londra: visconti tenuti in grande considerazione della regina in persona, sono stati benedetti da ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine. Daphne (Phoebe Dynevor), la più grande delle ragazze, sta per essere presentata a corte, ed è pronta a vivere la stagione più importante della vita di una giovane fanciulla.
La sua storia è destinata a incrociarsi con quella del Duca di Hastings, lo scapolo più ambito della città. E il loro incontro sta per diventare l’evento più chiacchierato di tutta la stagione, grazie soprattutto al giornale di gossip tenuto dalla misteriosa Lady Whistledown. Riusciranno i due a conoscersi e a legarsi senza generare qualche succulento scandalo?
Pizzi, amore e scandali
Che il gossip sia il tema centrale di Bridgerton appare chiaro fin dai primi minuti della prima puntata. Van Dusen e la Rhimes hanno infatti scelto di dare un tocco di Gossip Girl all’opera di Julia Quinn; affidando le succulente scoperte della misteriosa Lady Whistledown a una voce femminile fuori campo. È lei che ci introduce alla serie, raccontandoci l’importanza del debutto in società per qualunque fanciulla di buona famiglia.
Daphne e Simon Hastings, il bellissimo Duca con la nomea libertina, sono subito al centro delle chiacchiere generate dalla Whistledown. Soprattutto quando decidono di aiutarsi l’un l’altra stringendo un’alleanza atta proprio ad attirare l’attenzione della pettegola scribacchina. Intorno a loro, intanto, si sviluppano le vicende degli altri Bridgerton e dei numerosi comprimari, tutti intriganti a sufficienza da tenere viva l’attenzione per le quasi 8 ore di visione.
Ovviamente, il cuore della serie e il lato più intrigante sono la storia d’amore tra i due protagonisti e le loro vicissitudini. Densa, complicata ma indicibilmente romantica, la loro relazione è in grado di soddisfare anche lo spettatore più esigente in fatto di storie d’amore. Che, sapendo fin da subito come andranno a finire le cose tra i due, continua a seguire gli sviluppi proprio perché colmi di cliché ma terribilmente romantici.
L’ucronia di Bridgerton
Se la storia d’amore tra Daphne e Simon è l’elemento che ci ha trasportati maggiormente nel cuore regency della saga, ce n’è un altro che ci ha sorpreso, e in positivo. I due creatori della serie hanno scelto di calare il loro Bridgerton in un’ucronia in cui le differenze etniche sono state appianate. Il Re Giorgio ha infatti sposato una donna di origini africane, aprendo la strada a Duchi, Visconti e Baronetti che altrimenti non sarebbero mai potuti essere tali.
Così, ecco che il nostro splendido Duca di Hastings è impersonato dall’affascinante Regé-Jean Page, mentre, tra gli altri, la Regina Charlotte ha il volto di Golda Rosheuvel. Un vero e proprio cast inclusivo, che mira a dar spazio al talento dei singoli attori più che alle loro origini. Una scelta adeguata ai tempi che stiamo vivendo e, speriamo, anche d’ispirazione per realtà future.
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