Oggigiorno l’essere umano è circondato da un numero di possibilità praticamente illimitato. Dalla scelta dell’auto a quella del dentifricio, fino al servizio di streaming più adatto alle nostre esigenze, le opzioni per l’uomo sono diventate caratterizzate da una rosa di chance dispersiva e, paradossalmente, paralizzante.
“Il paradosso della scelta”, libro ormai diventato celebre scritto dallo psicologo statunitense Barry Schwartz nel 2004, si focalizza proprio sulla problematica, per un popolo libero e autonomo come nessun altro nella storia, di dover scegliere ogni giorno.
L’eccesso di possibilità può, infatti, trasformarsi in paura dettata dalla responsabilità di essere “troppo” padroni del proprio destino, così come in infelicità derivata dalle altissime aspettative che il bombardamento di informazioni odierno ci trasmette.
Le strategie per scegliere meglio
Per combattere quello che può diventare un serio problema a livello psicologico, Schwartz propone alcuni punti da seguire per consentire ad ogni consumatore di districarsi tra le centinaia di azioni da compiere per giungere alla propria soddisfazione personale.
Individuare i propri obiettivi: partendo dalla domanda “Cosa voglio?”, il processo decisionale davanti alla possibilità di scegliere un film o un ristorante dove mangiare dovrebbe basarsi su come ci aspettiamo che quella esperienza ci faccia sentire.
L’utilità ricordata, successivamente, sarà fondamentale. In particolare, gli studi di Daniel Kahneman dimostrano come il ricordo dei picchi (piacevoli e spiacevoli) dell’esperienza e la sensazione provata alla fine della stessa siano i momenti sui quali focalizzarsi per valutare le conseguenze della propria scelta.
Valutare l’importanza dell’obiettivo: partendo dal concetto di euristica della disponibilità, secondo il quale le probabilità di un evento si basa sull’esperienza soggettiva piuttosto che su una analisi oggettiva, è possibile ipotizzare che ogni informazione, più che da prove empiriche e parole di esperti, sarà influenzata dalla salienza che ad essa abbiamo attribuito.
Confrontandosi ancora una volta con i lavori di Kahneman, quindi, Schwartz ritiene che una valutazione accurata e ragionata di ciò che intendiamo perseguire possa divenire fondamentale per una scelta adeguata.
Disporre le opzioni: frammentare le varie componenti di una scelta può diventare essenziale. Partecipare ad un evento potrebbe essere solo una scelta superficiale, in realtà dettata da una motivazione più profonda come incontrare qualcuno, oppure far parte di una idea più generale come il modo in cui andrebbe passata una serata libera. Conoscere ogni aspetto della propria scelta è sicuramente un passo avanti verso una decisione sincera.
Valutare le probabilità di raggiungere il proprio obiettivo per ogni scelta possibile: in fin dei conti, le persone affrontano ogni decisione in modo da mantenere il proprio “bilancio psicologico” in attivo. Quale delle scelte possibili sarà quella più adatta al vostro obiettivo finale?
Scegliere l’opzione vincente e modificare gli obiettivi: dopo aver valutato le varie opzioni e aver trovato la soluzione che sembra più giusta, niente ci vieta di modificare i nostri futuri obiettivi in base all’esperienza vissuta, così come in base all’importanza ad essa attribuita.
Fonti:
Barry Schwartz “The Paradox of Choice. Why more is less” Harper & Collins, New York, USA 2004, ISBN 0-06-000568-8
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