L’Adorazione dei Magi è una tempera su tavola dipinta dal maestro rinascimentale Sandro Botticelli ed è datata al 1475-1476, agli inizi della sua carriera artistica. L’opera fu commissionata dal banchiere fiorentino Gaspare Zanobi del Lama per decorare la propria cappella funeraria in Santa Maria Novella ed è attualmente conservata presso la Galleria degli Uffizi a Firenze.
Il tema dell’opera
Il dipinto rappresenta l’Adorazione di Gesù Bambino al momento della sua nascita, un tema molto frequente dell’arte figurativa cristiana, ma con una importante novità a livello formale introdotta da Botticelli, ovvero la visione frontale della scena, in cui le figure sacre si trovano al centro e gli altri personaggi disposti ai lati in maniera prospettica.
Fino a quel momento, la scena dell’Adorazione era stata rappresentata in maniera orizzontale, con Gesù, Giuseppe e Maria ad un’estremità ed i Re Magi disposti uno dietro l’altro col proprio seguito mentre procedevano verso la Sacra Famiglia, come in una sorta di corteo. Lo schema formale dell’Adorazione dei Magi introdotto da Botticelli fu una grande novità ed influenzò diversi artisti del periodo rinascimentale e successivo, tra cui Filippino Lippi e Leonardo da Vinci, come si può vedere nelle loro Adorazioni degli Uffizi.
Analisi ed iconografia
Altro elemento innovativo del capolavoro di Sandro Botticelli è il motivo iconografico della capanna entro la quale si trova la Sacra Famiglia: questa viene rappresentata da un edificio diroccato in cima ad una roccia, mentre sullo sfondo si scorgono i resti di altri edifici semidistrutti.
Questo tema, ripreso in seguito da altri artisti, si basava su un noto episodio della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze: secondo il racconto, un giorno una Sibilla predisse all’imperatore Augusto, che lodava le proprie gesta per aver pacificato il regno, l’arrivo di un nuovo Re che avrebbe superato di gran lunga il suo potere.
Le rovine nell’opera di Botticelli vogliono rappresentare, dunque, il mondo antico e sono simbolo del paganesimo oramai in declino. La scena della Natività, posta in alto ed in posizione centrale, esprime invece la forza della cristianità, mentre il pavone in alto a destra è simbolo di immortalità.
I personaggi
I tre Magi si trovano al centro del dipinto e rappresentano le tre età dell’uomo: la gioventù, la maturità e la vecchiaia. Per volontà del committente, Botticelli inserì fra i personaggi raffigurati i ritratti dei familiari. Nelle tre figure dei magi si individuano Cosimo de’ Medici, il più anziano che ha già offerto il suo dono a Gesù, assieme ai figli Piero il Gottoso e Giovanni, che attendono il loro turno inginocchiati al centro.
Nel gruppo di personaggi sulla sinistra è stata riconosciuta la figura di Lorenzo de’ Medici, l’uomo di profilo con la lunga veste bianca e la berretta sulla testa, mentre sul lato opposto, nel gruppo di destra, si individua il fratello Giuliano, l’uomo con l’espressione pensosa che indossa una veste nera e rossa.
Fra i vari personaggi, in posizione di secondo piano sulla destra, troviamo anche il committente dell’opera, l’uomo con i capelli bianchi e la veste azzurra. Mentre in primo piano, sempre sulla destra, si può riconoscere un autoritratto dello stesso Sandro Botticelli, il giovane col mantello arancione che volge lo sguardo allo spettatore.
L’opera, con la raffigurazione dei principali esponenti della famiglia de’ Medici nelle vesti dei Magi e degli altri personaggi che assistono all’Adorazione di Cristo, vuole rappresentare una celebrazione della dinastia medicea e della presenza del loro principato a Firenze.
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