21 Novembre 2024
Villaggi e strade nascoste sotto la vegetazione amazzonica

Le immagini rilevate dalla tecnologia LIDAR rivelano l'invisibile (Credits: Iriarte, J, et al. Journal of Computer Applications in Archaeology, 2020; CC BY 4.0)

La tecnologia LIDAR sta da pochi anni a questa parte rivoluzionando il mondo dell’archeologia (e non solo); l’esempio lampante è fornito dalle ricerche lungo la foresta amazzonica, dove persino le immagini satellitari, pur a loro volta apportatrici di possibilità impensabili pochi decenni or sono, mostrano i propri limiti.

Rendere visibile l’invisibile

Decine di centri abitati che si ergono su tumuli di forma circolare erano già stati individuati nel 2018 nello stato dell’Acre, Brasile nordoccidentale, ma oggi emergono ulteriori dettagli importanti riguardo la struttura e le interconnessioni fra i villaggi, attualmente ricoperte da una fitta coltre di vegetazione, che sempre più inducono a dover rivedere ciò che credevamo di sapere sulle civiltà precolombiane e il loro sviluppo socioeconomico ma anche scientifico e culturale.

Il RIEGL VUX-1 UAV è un sensore LIDAR molto leggero e compatto per l’acquisizione di immagini ad alta precisione montabile su droni, oltre che sugli elicotteri (in questo caso un MD 500). Le immagini ottenute tramite l’apparecchiatura rivelano come i villaggi, edificati fra il 1300 e il 1700, fossero interconnessi in modo da creare un modello sociale privo di una chiara gerarchia.

Un cosmo di tanti Soli comunicanti

Ciascun sito (ne sono stati individuati più di 35) è composto da un numero di tumuli variabile fra i 3 e i 35, alti fino a 3 metri e lunghi fino a 20 metri, posizionati a formare a loro volta in una forma circolare compresa fra i 40 e i 153 metri di diametro. Al centro, una piazza con una superficie variabile fra 0,12 e 1,8 ettari.

Da ogni villaggio si irradiano vie sia principali che secondarie, dando a ogni struttura nel suo insieme la peculiare forma di un orologio dotato di più lancette. La maggior parte dei siti vede in particolare la presenza di strade che si diramano a coppie, due verso nord e altrettante verso sud. I percorsi principali conducono quasi sempre verso un altro villaggio, a formare una rete comunitaria lungo una superficie di svariati chilometri.

Tracciata la rotta, seguiranno gli studi sul campo

Simili strutture erano in precedenza emerse “grazie” alla deforestazione, ma era inimmaginabile anche solo ipotizzare un’estensione come quella oggi rivelata dal LIDAR, senza il quale l’enorme schema formato da centri abitati e reti di comunicazione costituite da strade scavate nel terreno e delimitate da alti argini giacerebbe ancora celata sotto il denso fogliame.

Le ricerche di questi ultimi anni hanno portato alla luce una lunga sequenza di nascita, decadenza e nuovi insediamenti di diverse società in questa zona del Sudamerica: la cultura dietro le strutture sarebbe sorta intorno all’anno 950, succedendo a una popolazione che in precedenza con lavori di movimentazione del terreno già aveva realizzato un ampio schema forse a scopo rituale.

Queste fondamentali scoperte rappresentano solo l’inizio di nuove ricerche mirate a meglio comprendere l’utilizzo di tali strutture e le implicazioni sociali e rituali a esse legate.

Per maggiori informazioni, “Geometry by Design: Contribution of Lidar to the Understanding of Settlement Patterns of the Mound Villages in SW Amazonia” apparso sul Journal of Computer Applications in Archaeology.

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