È disponibile su Prime Video, dal 17 Novembre, l’ultimo film di Giacomo Cimini. Il talento del calabrone è un thriller psicologico “all’americana”, con protagonista un Sergio Castellitto al pieno della sua forma. Al suo fianco, Lorenzo Richelmy e Anna Foglietta creano una strana e instabile alleanza per fronteggiare un avversario che sembra precederli di diversi passi.
Trama Il talento del calabrone
Lorenzo Richelmy è dj Steph, giovane di bell’aspetto e voce amata di Radio 105. Il suo programma radiofonico è il più seguito dell’emittente, e registra un boom di ascolti quando a telefonare alla radio è Carlo alias Sergio Castellitto. Carlo sembra conoscere bene Steph e il suo programma, e si dimostra in grado di mantenere l’attenzione degli radiospettatori su di sé.
Dopo l’espolosione dimostrativa di un palazzo accanto a quello di Radio 105, Carlo minaccia di farsi saltare in aria per le strade di Milano; a meno che dj Steph e i suoi radiospettatori non assecondino le sue richieste. I carabinieri nel frattempo arrivano al palazzo della radio, e il tenente Rosa Amedei (Anna Foglietta) prende in mano l’operazione, con l’intento di fermare Carlo prima che si arrivi all’inevitabile.
Il cinema italiano si fa internazionale
A colpire fin da subito ne Il talento del calabrone sono le informazioni sulla sua realizzazione. Ambientato a Milano, il film è stato girato interamente a Roma, in studio. All’americana, direbbero alcuni, perché il cinema italiano di solito preferisce cercare le location e non ricrearle. Giacomo Cimini ha invece deciso di ricostruire interamente l’ambientazione del suo film.
Grandi schermi intorno a una piattaforma rialzata, sotto la quale sono stati collocati dei proiettori. L’intera scena intorno alla radio viene proiettata dunque sugli schermi, così che la luce dell’esplosione, per fare un esempio, si rifletta sugli attori presenti. L’effetto è affascinante, e si lega a doppio filo al significato finale del film (e alla scena della rivelazione cardine)
Il talento del calabrone: un film convincente
Il film intriga dalle prime scene, e dà subito l’impressione di star guardando un lavoro ben scritto e ottimamente realizzato. Complice il volto amato e rispettato di Sergio Castellito, che qui si riconferma in grado di reggere sulle spalle intere scene di dialogo e di introspezione. La trama è semplice ma capace di riservare diverse sorprese, a partire proprio dal significato profondo teorema al quale è ispirato il titolo.
Rimane forse il dubbio su alcune scelte narrative e visive (in primis, il modo in cui la tenente cerca di portare allo scoperto l’attentatore). Ma tirando le somme, siamo comunque davanti a un prodotto piacevole e di buon livello. Peccato solo che la pandemia attuale ne abbia impedito l’uscita in sala, dove avrebbe di certo reso più di quanto potrebbe fare sui nostri piccoli schermi.
LEGGI ANCHE
Aspettando il Natale con Dash & Lily
ESCLUSIVA – Iris Dondi è Rita Levi-Montalcini nel nuovo film di Rai Fiction