L’affresco noto come La Scuola di Atene è una delle opere più importanti custodite all’interno dei Musei Vaticani. Il dipinto, commissionato da papa Giulio II, fu realizzato da Raffaello Sanzio tra il 1509 e il 1511 e si trova all’interno di una delle quattro Stanze Vaticane dei Palazzi Apostolici, la cosiddetta “Stanza della Segnatura”.
Descrizione dell’opera
La scena è occupata da ben 58 personaggi, tra cui filosofi e matematici di epoca classica, disposti come a formare una Ω (omega). Questi sono raffigurati durante le loro conversazioni entro una finta architettura rappresentata da Raffaello perfettamente in prospettiva.
Lo spettatore che osserva il dipinto sembra ritrovarsi all’interno di un grande tempio della filosofia costituito da una monumentale architettura di stile classico, in cui le volte a botte cassettonate ed il pavimento a quadrati regolari accentuano il senso della visione prospettica.
Una gradinata divide la scena su due piani e conferisce maggiore spazialità al dipinto, mentre dall’assenza della copertura si può scorgere un cielo limpido che dona luce a tutto l’ambiente. L’edificio è ornato da numerosi rilievi e statue all’interno di nicchie che raffigurano divinità pagane.
Chi sono i personaggi?
Fra i numerosi personaggi presenti all’interno del dipinto, di cui alcuni ancora oggi di dubbia identificazione, si possono individuare le due figure centrali di Platone e Aristotele: il primo (sulla sinistra) con il dito rivolto verso l’alto indica il “mondo delle idee”; il secondo (sulla destra) con il palmo della mano proteso verso il basso si riferisce al mondo terreno, alludendo alla sua visione filosofica basata sulla razionalità.
Per raffigurare i vari personaggi, Raffaello scelse di omaggiare alcuni artisti a lui contemporanei, utilizzando i loro volti per rappresentare i sapienti del mondo classico, con l’intento di ribadire la dignità intellettuale dell’artista moderno: è così che Platone ha le sembianze di Leonardo da Vinci ed Aristotele sembra somigliare a Bastiano da Sangallo (maestro della prospettiva).
In primo piano, appoggiato ad un blocco di marmo, troviamo il filosofo Eraclito con i tratti di Michelangelo Buonarroti, mentre in basso a destra, intento a disegnare una figura geometrica su una lavagna, possiamo notare Euclide (o Archimede) con le sembianze di Donato Bramante.
Lo stesso Raffaello si inserisce fra i personaggi attraverso un suo autoritratto: è il giovane sull’estrema destra col berretto nero che rivolge lo sguardo direttamente allo spettatore e che dovrebbe impersonare il pittore greco Apelle.
Interpretazione ed analisi
Tema principale della Scuola di Atene è la ricerca razionale, in cui l’uomo, secondo la visione antropocentrica del Rinascimento, occupa un posto centrale nell’Universo e grazie alle sue facoltà intellettive è in grado di dominare la realtà.
Nel dipinto, secondo alcune interpretazioni, Raffaello raffigura le sette arti liberali, ovvero quelle arti che nell’antichità venivano praticate dalle persone “libere”, in contrapposizione alle cosiddette “arti servili”: al centro possiamo individuare la retorica e la dialettica, a sinistra troviamo la grammatica, l’aritmetica e la musica ed infine, sulla destra, la geometria e l’astronomia.
La Scuola di Atene va vista in posizione complementare alla Disputa del Sacramento, dipinto che si trova sulla parete opposta della stanza e che esalta la teologia e la fede cristiana.
La ricerca del Vero attraverso l’intelletto umano è una caratteristica comune a tutta la filosofia dell’antichità classica ed è interpretata come un’anticipazione del cristianesimo. Questo dipinto vuole, dunque, celebrare quella linea di continuità esistente fra la cultura classica e la fede cristiana.