Un asteroide precipita al suolo dando luogo a una serie di sconvolgimenti climatici sull’intero pianeta. Non stiamo parlando della Terra ma di Marte e gli effetti potrebbero in questo caso essere interpretati come positivi per lo sviluppo della vita.
L’aveva scoperto il rover Curiosity nel 2015: dai rilievi dell’esplorazione compiuta alle pendici del Monte Sharp (ufficialmente designato come Mons Aeolis) che svetta all’interno del Cratere Gale era emerso che quell’area è probabilmente il fondo di un antico lago, esistito nell’era in cui Marte presentava condizioni adatte a un ambiente lussureggiante non dissimile da quello terrestre.
La presenza di acqua sulla superficie di Marte era divenuta palese grazie al lavoro di diverse sonde in orbita e dei rover Spirit e Opportunity
In questi anni i ricercatori hanno continuato a studiare in modo approfondito le caratteristiche sedimentarie del cratere. I dati parlano di una particolare struttura a “megaripples” o “antidune”, un particolare tipo di ondulazione nel terreno tipicamente associato sulla Terra a intensi eventi alluvionali.
Queste onde scolpite nella roccia sono alte mediamente un metro, distanti circa 140 metri l’una dall’altra e formatesi circa quattro miliardi di anni fa. La struttura è paragonabile a quella causata due milioni di anni or sono dallo scioglimento dei ghiacci sul nostro pianeta, ma nel caso di Marte ci troveremmo di fronte a un evento di ancor più vaste proporzioni.
L’impatto di un grande asteroide avrebbe avuto come conseguenza proprio lo scioglimento dei ghiacci marziani con conseguente rilascio di diossido di carbonio e metano, oltre che di vapore acqueo. Potenti gas serra la cui azione combinata avrebbe donato a Marte un periodo di clima caldo e umido, con piogge torrenziali lungo tutto il pianeta.
Il cratere Gale era già stato identificato come sede per lungo tempo di laghi e fiumi
Nello specifico della zona esplorata da Curiosity, l’acqua sarebbe penetrata nell’allora già esistente Cratere Gale e combinandosi con l’acqua che fluiva dal Monte Sharp, alto cinque chilometri e mezzo, avrebbe dato luogo a potenti mega alluvioni le quali avrebbero causato il deposito di materiale ghiaioso nella zona nota come Hummocky Plains Unit, dove sono oggi osservabili le tipiche strutture a cresta formate da sabbia e ciottoli e sassi fino a 20 cm di diametro, indice della forza e velocità dell’acqua.
L’ambiente creatosi pare in effetti l’ideale per lo sviluppo di vita quantomeno a livello microbico, ma ne sapremo di più nel 2021 quando il nuovo rover Perseverance (il cui atterraggio è previsto per il 18 febbraio) inizierà il suo lavoro dedicato in maniera specifica a questa ricerca.
Lo studio intitolato “Deposits from Giant Floods in Gale Crater and Their Implications for the Climate of Early Mars” è stato pubblicato su Scientific Reports nel novembre 2020.