Chiacchierato, celebrato dai media (e non solo) e finito in tragedia, il matrimonio del Principe Carlo e di Lady Diana è stato senza dubbio uno degli eventi più seguiti del XX secolo, ma come si trasformò in un fenomeno globale?
Il matrimonio reale tra il Principe Carlo e Lady Diana Spencer (conosciuta dai suoi fan semplicemente come “Lady D”), celebrato nella Cattedrale di Saint Paul il 29 luglio 1981, venne seguito da 750 milioni di persone in tutto il mondo.
Soprannominato “il matrimonio del secolo” per la sua stravaganza, batté tutti i nuovi record, stabilì numerose tendenze (seguite ancora oggi) e, non da ultimo, ruppe anche con la tradizione in modo rinfrescante.
Lady Diana Spencer: la sposa
Lady Diana Spencer, che in seguito sarà conosciuta come “la principessa del popolo”, fu la prima cittadina britannica (sì, anche di Kate Middleton) a sposare un erede al trono inglese in oltre 300 anni, sebbene fosse tutt’altro che una “cittadina comune”.
Diana infatti era la figlia di Edward John Spencer e Frances Ruth Burke Roche, rispettivamente visconte e viscontessa di Althorp.
Diana incontrò per la prima volta il Principe Carlo, che allora era “solo” il principe del Galles, e un uomo di 13 anni più grande di lei, quando la sua famiglia affittò la tenuta della regina Elisabetta II, Park House, durante l’infanzia della futura “Lady D”.
Carlo frequentò brevemente la sorella maggiore di Diana, Lady Sarah, prima di iniziare a corteggiare la sua futura sposa.
Dopo averla incontrata soltanto 13 volte, offrì a Diana un anello di fidanzamento, con uno zaffiro da 12 carati e circondato da 14 diamanti solitari.
Per il pubblico di quel tempo, la vorticosa storia d’amore tra la timida maestra d’asilo, appena ventenne, e il principe ereditario era qualcosa che andava anche al di là della fiaba più bella.
La lista degli invitati al “matrimonio reale del secolo”
Il matrimonio del principe Carlo e della principessa Diana è stato anche il primo matrimonio reale a tenersi nella Cattedrale di Saint Paul a Londra.
L’ultimo, e l’unico, matrimonio “reale” ad essere stato celebrato in quel luogo, ma in tempi ben più antichi, era stato quello tra il principe Artù (figlio di re Enrico VII) e la principessa Caterina, avvenuto nel 1501.
I massicci interni della Saint Paul erano più adatti ad ospitare i loro 3500 invitati rispetto all’Abbazia di Westminster, la location “tradizionale” usata per i matrimoni reali, come ad esempio il matrimonio avvenuto tra la regina Elisabetta II e il principe Filippo nel 1947.
La lista degli invitati poi si rivelò non priva di melodrammi. Il Principe Carlo e Lady Diana infatti avevano invitato tutti i leader europei, ma alcuni si rifiutarono di partecipare.
Il presidente della Repubblica d’Irlanda, per esempio, rifiutò l’invito a causa delle controversie (ancora presenti) sullo status dell’Irlanda del Nord.
Il presidente della Grecia invece non accettò di presenziare perché l’ex re della Grecia, Costantino di Grecia, cugino e amico del principe Carlo, era stato invitato al matrimonio con il titolo di “re”.
Il re Juan Carlos e la regina Sofia di Spagna (nata Sofia principessa di Grecia, quindi cugina del principe Filippo) rifiutarono di partecipare alle nozze perché il principe Carlo e Lady Diana, per la loro luna di miele, avevano pianificato di salire a bordo del Royal Yacht Britannia a Gibilterra, territorio britannico dal 1704, ma rivendicato dalla Spagna.
Gli Stati Uniti vennero rappresentati dalla First Lady Nancy Reagan. E la stampa del mondo, per la prima volta, riferì gli outfit che indossavano i leader mondiali, con chi avevano parlato e dove avevano festeggiato a Londra prima del gran giorno.
Il matrimonio del principe Carlo e di Lady Diana, il primo evento mediatico ad aver “tormentato” il pubblico per mesi!
Se oggi pensi che i giornali esagerino quando parlano della pandemia, pensa se ti fossi trovato, alla stessa età, a vivere tra il 1980 e il 1981, quando i media non parlavano altro se non dell’imminente matrimonio tra il principe Carlo e Lady Diana!
E non a caso: Carlo, per ben sei o sette anni, aveva cercato con insistenza (e anche con una certa aggressività) la sposa perfetta per lui, quindi era normale che, appena uscito il nome di Lady D e la data delle nozze, i media avessero cominciato a darci dentro con il rullo di tamburi.
C’era anche una curiosa contrapposizione: l’Inghilterra stava attraversando un momento difficile, la disoccupazione stava salendo alle stelle e in strada c’erano disordini e proteste.
Poi, grazie a questo “matrimonio da favola”, l’Inghilterra si ritrovò catapultata sotto la luce dei riflettori. Un evento non da poco, visto che l’ultima erede al trono ad essersi sposata, era stata la regina Elisabetta II nel 1947.
Il matrimonio venne trasmesso in diretta in 74 paesi e venne visto da 750 milioni di persone in tutto il globo.
Gli americani impostarono le loro sveglie molto presto per sintonizzarsi dal vivo, mentre in Inghilterra la data del matrimonio, il 29 luglio 1981, venne dichiarata festa nazionale in modo che tutti gli inglesi potessero guardare la neo coppia reale scambiarsi le promesse.
Oltre 600mila inglesi invasero le strade di Londra nella speranza di intravedere il Principe e la Principessa del Galles.
Durante tutto il servizio nuziale, la coppia reale riuscì a sentire, forti e chiari, gli applausi delle migliaia di persone che si trovavano al di fuori della cattedrale.
Dopo quelle acclamazioni, Lady Diana guardò il Principe Carlo e sorrise da sotto il velo.
Il vestito da sposa di Lady Diana e la torta nuziale
Il vestito da sposa della principessa Diana venne disegnato da David ed Elizabeth Manuel per Alexander McQueen.
Realizzato in taffetà di seta, aveva lo strascico più lungo della storia reale (quasi 8 metri!) ed era ricamato con 10mila perle.
La principessa Diana lo abbinò alla tiara degli Spencer, una tiara che apparteneva alla sua famiglia da oltre 100 anni, e un velo di 140 metri.
Inoltre, sebbene avessero ordinato ben 27 torte, la torta nuziale “principale” del principe Carlo e della principessa Diana era una torta alla frutta di David Avery, che aveva cinque piani e pesava più di 90 chili!
La cerimonia del matrimonio reale
La principessa Diana è stata, notoriamente, la prima reale a omettere la parola “obbedire” dai suoi tradizionali voti nuziali, una scelta mirata e che, non a caso, ha suscitato molte polemiche.
Oltre a questa scelta, ci sono stati altri momenti della cerimonia, non pianificati, che fecero inarcare le sopracciglia ai benpensanti.
Diana, per esempio, sbagliò il nome di suo marito, riferendosi accidentalmente a lui come “Philip Charles Arthur George” anziché “Charles Philip Arthur George”.
Il principe Carlo, forse preso anche lui dall’emozione del momento, si dimenticò di baciare la sua sposa all’altare dopo lo scambio dei voti, un “errore” a cui rimediò baciando Lady Diana sul balcone di fronte ad una folla esultante.
Una “tradizione nuova” che, guarda caso, è stata ripetuta dal loro figlio maggiore, il principe William, in occasione del suo matrimonio con Kate Middleton, avvenuto nel 2011.
La targa commemorativa, uno dei souvenir più ricercati dopo il matrimonio tra il principe Carlo e Lady D
Nel suo discorso agli invitati al matrimonio riuniti, l’arcivescovo di Canterbury disse:
“Tutte le coppie sono coppie reali nel giorno del loro matrimonio.”
Una frase che, l’industria dei matrimoni, prese a cuore. Il matrimonio reale fu solo l’inizio della Diana-mania e le persone cominciarono a copiare tutto quello che faceva e che indossava.
Se guardiamo dietro al “nuovo look” sdoganato da Lady D dopo la Seconda Guerra Mondiale in Europa e gli anni dell’austerità notiamo che, improvvisamente, le donne ricominciarono ad apparire lussuose.
La stessa cosa successe con le creazioni di punta che la principessa Diana indossò durante e dopo il suo matrimonio, quando la Gran Bretagna stava uscendo da un’era di conflitto industriale. Ci fu un’esplosione romantica di stile.
Coloro che non potevano permettersi abiti da sposa con strascichi lunghi 8 metri, si accontentarono di tovagliette da té commemorative, di poster, di bottiglie di Coca-Cola, di targhette commemorative e persino di una moneta della Royal Mint raffigurante la sposa e lo sposo.
Il matrimonio, purtroppo, non era destinato a durare – il principe Carlo e Lady Diana divorziarono nel 1996 e, nel 1997, un anno dopo, “la principessa del popolo” rimase uccisa in uno spaventoso incidente d’auto con Dodi Al-Fayed, in circostanze misteriose e mai chiarite, nemmeno dalla famiglia reale – ma la sua eredità duratura continuò ad essere percepita nella moda, nella cultura e anche nei matrimoni dei figli della coppia, il principe Harry e il principe William, diventati entrambi eventi globali a pieno titolo.
Di Francesca Orelli
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