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Il Polittico di Arezzo di Pietro Lorenzetti torna a casa

L’8 novembre 2020, in seguito ad un accurato e complesso intervento di restauro durato sei anni, il celebre polittico trecentesco di Pietro Lorenzetti ritorna nella sua collocazione originaria, la Pieve di Santa Maria di Arezzo. Il restauro è stato autofinanziato dal consorzio RICERCA con il sostegno di ART ANGELS AREZZO Onlus.

Grazie al recupero degli originali colori cangianti e delle meravigliose decorazioni, per anni offuscate dalla polvere e dalle vernici dei precedenti restauri, oggi è possibile ammirare il Polittico di Lorenzetti nella sua “casa”.

Descrizione dell’opera

L’opera, realizzata da Pietro Lorenzetti tra il 1320 ed il 1324, è una tempera su tavola con fondo in foglia oro raffigurante la “Madonna con Bambino, Santi, Annunciazione e Assunzione”. Il Polittico della Pieve di Arezzo costituisce uno dei più grandi capolavori dell’arte medievale e rappresenta una pietra miliare nella carriera artistica del Lorenzetti.

Il primo registro raffigura al centro la Madonna col Bambino tra i santi che, partire da sinistra, sono Donato (patrono di Arezzo), Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Matteo. Ognuno dei cinque scomparti è dotato di uno scomparto superiore di dimensioni più piccole, sormontato da una cuspide dipinta.

Nel secondo registro troviamo quattro coppie maschili di santi entro bifore con archi a tutto sesto, sormontate a loro volta da quattro medaglioni con teste di profeti. Le quattro cuspidi rappresentano le figure a mezzo busto di sante martiri (Reparata, Caterina d’Alessandria, Orsola e Agata). 

Al di sopra della Madonna col Bambino, troviamo un pannello con l’Annunciazione ed infine, nel pinnacolo più in alto, l’Assunzione della Vergine.

Pietro Lorenzetti, Polittico della Pieve di Arezzo, 1320 – prima del restauro.

Polittico della Pieve di Arezzo, dettaglio della Madonna col Bambino.

Analisi e stile

Nel Polittico della Pieve di Arezzo, l’immagine centrale della Madonna col Bambino cattura subito l’attenzione per la maestosità e la preziosità del suo velo, adornato da motivi blu quadrilobati che seguono perfettamente le pieghe del tessuto. L’artista senese riesce a creare un gioco di sguardi molto realistico tra madre e figlio, che instaurano tra loro un dialogo muto ed allo stesso tempo intenso.

Nel registro principale, i santi sembrano disporsi secondo una linea continua, con una trama che tende in direzione orizzontale, data dall’inclinazione dei busti e delle teste, ma anche dal movimento dei panneggi. Il registro superiore, invece, suggerisce un andamento verticale, accentuato dalla forma aguzza delle cuspidi.

Nell’opera di Pietro Lorenzetti, si colgono dei forti richiami sia allo stile elegante del maestro Duccio di Buoninsegna sia alla tridimensionalità di Giotto. Queste caratteristiche si possono notare nella ricerca della spazialità e nella torsione delle figure che non hanno una frontalità rigida, ma si muovono attraverso un gioco di sguardi.

Fonti storiche

Un importante documento testimonia che il Polittico della Pieve di Arezzo fu commissionato dal vescovo Guido Tarlati, il quale richiedeva espressamente al Lorenzetti la realizzazione di una pala d’altare dipinta con belle figure attraverso l’utilizzo di colori di alta qualità su fondo oro zecchino. Il contratto regolava anche le scelte iconografiche e le modalità di pagamento.

Il Polittico della Pieve, secondo i racconti del Vasari, avrebbe dovuto contenere anche una predella con “molte piccole figure, di grande bellezza”, ma che sfortunatamente è andata perduta. I recenti studi, tuttavia, hanno permesso di effettuare delle valide ipotesi di ricostruzione.

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Un pensiero su “Il Polittico di Arezzo di Pietro Lorenzetti torna a casa

  • Che peccato non averla vista, sono stato ad Arezzo nel 2018! In compenso però sono rimasto molto colpito dalla bellezza e dalla storicità della vs città!

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