22 Novembre 2024
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Le lingue sono strumenti potenti, spesso in grado di racchiudere l’essenza del paese all’interno del quale vengono parlate. Questo vale anche per il silbo gomero, un modo di esprimersi incredibile che affascina per la sua semplicità e per le peculiarità della sua espressione.

Nell’arcipelago delle Canarie, infatti, e precisamente nell’isola vulcanica di La Gomera, ancora oggi si utilizza questo linguaggio, il quale difficilmente verrebbe compreso o riconosciuto come tale da uno straniero.

La storia e lo sviluppo del silbo gomero

Introdotto dai Guanci, unici abitatori dell’isola fino all’arrivo dei popoli europei durante il Medioevo, il silbo gomero si contraddistingueva per l’utilizzo di sole 4 consonanti e 2 vocali, con la possibilità di esprimere ben 4.000 parole diverse.

Oltre al numero limitatissimo di lettere utilizzate, l’altra particolarità di questo linguaggio sta nel modo in cui viene emesso, ovvero attraverso una serie di fischi. Con l’utilizzo delle dita poste nella bocca, i Guanci usavano una mano (o entrambe) per modulare e amplificare il suono.

Questa caratteristica risultava fondamentale per i pastori e gli agricoltori dell’isola, i quali potevano inviare messaggi a distanze importanti usando uno strumento totalmente endogeno come fosse un moderno megafono.

Oltre a La Gomera, questa forma di linguaggio si diffuse anche in altre isole vicine come Tenerife, Gran Canaria e El Hierro, nonostante impararla non sia uno scherzo: basata sulla distinzione dei fischi grazie all’intonazione e alla loro continuità, la tecnica richiede precisione e fiato raggiungibili solo con molta pratica.

Il silbo gomero oggi: tra rischio di estinzione e revitalizzazione

Nell’ultimo secolo, in ogni caso, il bisogno di molti abitanti dell’isola di cercare fortuna altrove e il progresso dei sistemi di comunicazione hanno inevitabilmente ridotto l’uso del silbo gomero anche nella sua terra d’origine.

Nonostante ciò, negli anni ’90 numerose iniziative sono sorte nel tentativo di riportare in auge e non far scomparire del tutto questa caratteristica modalità di espressione, fino all’iscrizione, nel 2009, nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO.

Al giorno d’oggi la lingua viene quindi ancora utilizzata a La Gomera: gli abitanti che hanno cominciato la scuola a partire dagli ultimi anni del millennio precedente, pur non avendo potuto beneficiare dell’insegnamento diretto degli anziani, hanno imparato ad utilizzarla grazie alla sua introduzione come corso facoltativo nei programmi scolastici.

Anche dal punto di vista scientifico, uno studio del 2005 ha dimostrato come effettivamente il silbo gomero possa essere considerata una lingua a tutti gli effetti, poichè nel suo utilizzo vengono impiegate le stesse aree cerebrali comuni a tutti i linguaggi parlati.

Negli ultimi decenni, inoltre, anche i turisti che approdano sull’isola hanno cominciato ad approfittare delle dimostrazioni offerte in diverse strutture. Questa caratteristica lingua fischiata rappresenta, infatti, un punto cardine per il turismo dell’isola.

Per i suoi abitanti, invece, il silbo gomero resta un simbolo della loro identità culturale, utile ai primi popoli de La Gomera per insediarsi e consentire alle future generazioni di sopravvivere.

fonti:

  • Carreiras, M., Lopez, J., Rivero, F., & Corina, D. (2005). Neural processing of a whistled language. Nature433(7021), 31-32.

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