A più di 200 anni dalla sua esecuzione, la storia di Anna Göldi, “L’ultima strega d’Europa”, continua ad affascinare. E a causare disagio, non solo nel Canton Glarona (Svizzera), dove questa donna così anticonvenzionale venne giudicata e messa morte, ma anche in tutti gli ambienti storici.
Anna Göldi è un nome che potrebbe suonare nuovo, e sconosciuto, per la maggior parte dei nostri lettori, ma di certo non per gli abitanti del Canton Glarona (Svizzera).
È stata infatti l’ultima donna ad essere condannata per stregoneria e ad essere giustiziata come strega in Europa.
Per di più, la sua esecuzione avvenne proprio quando Jean-Jacques Rousseau, uno dei padri dell’Illuminismo, pubblicava Le fantasticherie del passeggiatore solitario, l’ultima delle sue opere, e ad appena sette anni di distanza dalla Presa della Bastiglia, che segnò l’inizio della Rivoluzione Francese e la nascita dell’Europa moderna.
Tuttavia ancora adesso, a distanza di oltre 200 anni da quando, il 13 giugno 1782, un boia del Canton Glarona la decapitò, le persone di tutto il mondo continuano ad essere affascinate dalla sua storia.
Il motivo? È subito detto: la sua storia racchiude tutti gli ingredienti di un buon dramma, ovvero amore, potere, intrighi e morte.
Anna Göldi: primi anni, adolescenza e la fuga nel Canton Glarona
Anna Göldi nacque il 14 ottobre 1734 (Bilancia) e crebbe nel distretto di Sax, che all’epoca apparteneva al Canton Zurigo. La sua famiglia era molto povera e si trovava proprio in fondo alla gerarchia sociale.
A 15 anni, per guadagnare qualcosa e cercare di rimpinguare un po’ il magro bilancio familiare, trovò un impiego come domestica e cominciò a lavorare per varie famiglie di Sennwald, il suo villaggio natale.
A 31 anni rimase incinta del suo primo figlio. Il padre era un mercenario, che lasciò il Paese prima della nascita del bambino.
Il bambino, peraltro, portò la tragedia nella vita della Göldi: durante la sua prima notte di vita, per cause rimaste oscure, morì soffocato nella culla.
Anche se all’epoca la mortalità infantile era molto diffusa, la gente del posto non perse tempo e accusò Anna Göldi di aver ucciso suo figlio.
Per la prima volta nella sua vita, la donna sperimentò tutta la crudeltà della giustizia: per punizione venne messa sulla gogna e posta agli arresti domiciliari, che la costrinsero a vivere in casa della sorella per sei anni.
Trascorsi i sei anni, e desiderosa di rifarsi una vita, Göldi fuggì poi nel Canton Glarona, un territorio sovrano che si trovava ad appena un giorno di viaggio da Sennwald, dove trovò lavoro presso la ricca famiglia Zwicky.
Anna Göldi: la storia d’amore tormentata e il figlio illegittimo
Qui la donna non solo trovò un nuovo impiego come cameriera, ma anche l’amore.
Intrecciò infatti una relazione, molto appassionata, con Melchior Zwicky, figlio del proprietario terriero, un giovane medico di 11 anni più piccolo di lei e da cui ebbe anche un bambino sano.
Nonostante Melchior Zwicky fosse pronto a combattere per il loro amore, lui e Anna Göldi non potevano sposarsi a causa delle loro differenze sociali.
Anna Göldi era una donna molto testarda per la sua epoca, con un carattere infuocato e passionale. Troppo per i glaronesi, e gli svizzeri, di allora, che preferivano donne più remissive e arrendevoli.
Venne condannata per omicidio di minori, messa alla gogna e portata in esilio.
Era infelicemente innamorata e non le fu neanche permesso di tenere il figlio illegittimo, di cui poi si persero le tracce (non si seppe mai cosa gli fosse accaduto), ma Anna Göldi, malgrado queste batoste, si rimise in piedi, ancora e ancora, e proseguì con la sua vita.
Masha Karell, l’attrice che l’ha interpretata in un musical dedicato alla sua vita e uscito nel 2017, di lei ha detto che era come un cavallo selvaggio, impossibile da catturare e da domare.
Anna Göldi: l’ultimo impiego e la condanna a morte per stregoneria
Fu l’ultimo impiego a portare Anna Göldi alla condanna per stregoneria e, infine, alla reclusione e alla decapitazione.
Nel 1780 l’allora 46enne cominciò a lavorare come domestica presso la famiglia Tschudi.
Il giudice e medico Johann Jakob Tschudi era il capo della famiglia e apparteneva all’élite di Glarona.
Una mattina, una delle figlie di Tschudi trovò degli aghi nel suo latte. Il padrone di casa sospettò immediatamente da dove potessero provenire quegli aghi e accusò la cameriera che aveva preparato la bevanda.
Göldi perse il lavoro e l’alta società glaronese cominciò ad incoraggiarla a lasciare la zona.
Diciotto giorni dopo, un’altra figlia di Tschudi vomitò spilli e altri oggetti metallici. Nonostante avesse lasciato la casa del giudice due settimane prima, Anna Göldi diventò la principale indiziata.
Tschudi espresse immediatamente la sua convinzione che la cameriera avesse “corrotto” la figlia – in altre parole le aveva lanciato un maleficio.
Anche se non c’erano basi razionali che potessero supportare questo sospetto, e men che meno prove, Göldi fu arrestata e processata.
Il banco dei testimoni era occupato quasi esclusivamente da amici della famiglia Tschudi.
All’inizio Anna Göldi respinse con forza le accuse ma, dopo essere stata torturata per diverse volte, alla fine ammise di aver “corrotto” la ragazza con l’aiuto del Diavolo.
Questa dichiarazione la portò dritta sul patibolo e alla decapitazione, avvenuta nel 1782.
La condanna di Göldi, come abbiamo già scritto, fu un verdetto straordinario per l’Europa di quel tempo.
L’Illuminismo aveva già raggiunto anche le comunità rurali e la gente aveva rinunciato già da anni alla superstizione, in particolare le classi superiori e più colte.
Essendo un medico, e un giudice, Johann Jakob Tschudi faceva parte dell’élite. Ma allora perché, viste queste premesse, Anna Göldi venne processata in fretta, senza prove, è giustiziata poi per stregoneria, diventando a tutti gli effetti l’ultima strega d’Europa?
Anna Göldi: vittima innocente immolata per coprire uno scandalo?
La condanna di Göldi come strega, secondo lo storico Walter Hauser, è stata possibile perché a portare le accuse è stato un uomo molto potente e influente.
Se qualcuno avesse mosso le stesse accuse, quindi, non sarebbe successo niente. L’esecuzione di Anna Göldi come strega è stata un clamoroso errore giudiziario.
Molto probabilmente Johann Jakob Tschudi voleva semplicemente sbarazzarsi di lei, per diverse ragioni.
La prima è che, i due, probabilmente erano legati da una relazione, che se fosse stata scoperta, avrebbe messo fine alla vita sociale e professionale di Tschudi.
Dopo il processo, guarda caso, come prima cosa Tschudi chiese, anzi, pretese, un documento ufficiale che confermasse che lui non aveva mai toccato Göldi.
Forse a Tschudi non piaceva la mente indipendente di Anna Göldi. Forse aveva paura che lei lo avrebbe incriminato e che, in caso di controversia, avrebbe trovato abbastanza persone da sostenerla.
Göldi infatti, malgrado la sua bassa classe sociale, era una donna orgogliosa, attraente e abbastanza istruita. E troppo indipendente, il che era un po’ troppo scomodo per alcuni dei suoi contemporanei.
La sua storia rimane scomoda persino oggi. Anna Göldi è un problema perenne per il Canton Glarona, è questo nonostante il 20 agosto 2017 ad Ennenda sia stato aperto un museo dedicato proprio a lei, l’ultima strega d’Europa, e nonostante sia stata ufficialmente riabilitata (e dichiarata innocente a pieno titolo) dal Canton Glarona nel 2007.
Ma forse questa è proprio la vera maledizione lanciata da Göldi. Che ci ricorda che, anche l’apparente “tranquilla” storia svizzera, ha i suoi momenti bui.
Di Francesca Orelli
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