La lista che elenca le 7 meraviglie antiche (distinte dalle 7 meraviglie moderne) risale al III secolo a.C.. Tutte le opere, tra le quali anche il mausoleo di Alicarnasso, andarono distrutte per cause differenti.
Le Sette Meraviglie del Mondo:
• I Giardini pensili di Babilonia
• Il Tempio di Artemide ad Efeso
• La Statua di Zeus ad Olimpia
La costruzione del mausoleo per volere di Artemisia
Il famoso mausoleo di Alicarnasso venne costruito tra il 353 a.C. e il 350 a.C. per volere di Artemisia di Caria dopo la morte del marito Mausolo, il quale era anche suo fratello.
Della sovrana si narra addirittura che, per il dolore insostenibile derivato per la dipartita del marito, avesse fatto preparare una bevanda nella quale mescolare le sue ceneri, per poi berle.
L’atto inconsueto diventò anche, nel 1630, il soggetto del dipinto “Artemisia di Caria si prepara a bere le ceneri del marito Mausolo” di Francesco Furini, e successivamente (nel 1634) nell’opera “Artemisia riceve le ceneri di Mausolo” di Rembrandt.
Il lavoro, commissionato all’architetto greco Piteo, vide sorgere l’imponente monumento nella città di Alicarnasso, ovvero l’attuale Bodrum, in Turchia. Ad oggi, però, della struttura non rimangono che alcune rovine.
Nonostante il terremoto che lo demolì non lasciò grandi tracce di questa meraviglia antica, alcuni suoi resti sono attualmente conservati nel British Museum.
In particolare, a Londra sono presenti alcuni pezzi della parte superiore del mausoleo, raffiguranti una quadriga, ovvero un cocchio trainato da quattro cavalli utilizzato anche nelle corse dei giochi olimpici.
La struttura del mausoleo di Alicarnasso raccontata da Plinio il Vecchio
La descrizione più accurata dell’imponente tomba rimane quella di Plinio il Vecchio, che lo descrive con un perimetro di circa 130 metri e un’altezza superiore ad 11 metri.
Circondato da 36 colonne, presentava sulla sua sommità una piramide composta da 2 scalini con in cima la già citata quadriga.
Ancora, Plinio il Vecchio ci racconta di come Artemisia non fosse sopravvissuta per vedere la fine dei lavori, ma che gli stessi procedettero senza sosta anche dopo la sua morte. Gli artisti continuarono instancabilmente per celebrare non solo la loro stessa arte, ma anche il grande amore tra i due sovrani.
Anche se oggi usiamo il termine mausoleo per indicare qualsiasi sepoltura monumentale, l’origine del nome deriva proprio dall’opera commissionata da Artemisia per omaggiare il consorte defunto.
Una definizione che ci aiuta a comprendere come, grazie alla sua magnificenza, la tomba arrivò a diventare parte del nostro linguaggio di tutti i giorni.
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