Risale al 2018 l’annuncio della possibile esistenza di un lago sotto la superficie del polo sud di Marte; la notizia necessitava tuttavia di conferme poiché basata su sole 29 osservazioni, compiute fra il 2012 e il 2015 tramite il MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), un radar sviluppato in collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Italiana e la NASA montato sulla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea Mars Express, in orbita intorno al Pianeta Rosso fin dal 2003.
Studiare la struttura sotterranea dall’alto dei cieli
Il radar emette onde radio verso il pianeta fino a penetrare negli strati sotto la superficie; il modo in cui vengono riflesse verso la sonda può dirci di quali materiali sia composta la zona in esame, se roccia, acqua, ghiaccio, eccetera. Il grado di riflettività delle emissioni in radiofrequenza hanno portato i ricercatori a ritenere una grande quantità di acqua sia intrappolata sotto un chilometro di ghiaccio marziano.
134 nuove osservazioni effettuate fra il 2012 e il 2019 avrebbero non solo confermato la presenza di quel lago ma anche portato alla scoperta nella stessa regione di ulteriori tre masse d’acqua attorno a quella già nota.
Esse sarebbero ubicate sotto la superficie ghiacciata e si troverebbero allo stato liquido grazie a un elevato grado di salinità: la temperatura raggiungibile grazie alla radiazione solare è lontana dal poter mantenere l’acqua liquida e anche l’eventuale calore proveniente dal sottosuolo marziano sarebbe insufficiente, secondo i ricercatori. Tuttavia, più l’acqua contiene sale più diventa bassa la temperatura necessaria a mutarla in ghiaccio.
I laghi marziani potrebbero ospitare la vita?
Da quello che sappiamo dall’esplorazione della Terra, l’acqua cinque volte più salata rispetto ai nostri mari può permettere senza problemi la presenza di vita, mentre una quantità venti volte superiore potrebbe renderla impossibile. Il punto è che i laghi individuati dovrebbero, per restare liquidi, presentare un grado di salinità davvero elevato, ma resta possibile che forme di vita microbiche possano tutt’ora essere presenti.
Ma anche nei laghi salati sotto ghiaccio presenti in Antartide (scoperti tramite la stessa metodologia radar) come in Canada e in Russia la presenza di microorganismi è quantomeno scarsa, perciò in base alle conoscenze attuali siamo proprio ai limiti. Ulteriori ricerche saranno necessarie, anche per comprendere se i quattro corpi d’acqua siano isolati oppure intercomunicanti: le rilevazioni di cui al momento disponiamo non sono abbastanza precise per poterlo stabilire.
Le controversie
Nondimeno, anche in questo caso come nel 2018 il dibattito resta aperto: ricercatori come Mike Sori, geofisico planetario presso la Purdue University, ritengono il materiale individuato sia più probabilmente melma o fanghiglia, mentre Jack Holt dell’Università dell’Arizona e membro del team al lavoro con il Mars Shallow Radar (SHARAD) che equipaggia la sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA ritiene che sebbene i dati siano corretti permangano incertezze sull’interpretazione: non ci sarebbe comunque calore a sufficienza affinché l’acqua, anche in quelle condizioni, possa sussistere allo stato liquido.
Ulteriori informazioni potranno giungere, oltre che dalle sonde attualmente intorno a Marte, dalla missione cinese Tianwen-1 che prevede l’ingresso in orbita nel febbraio 2021 di una sonda equipaggiata con strumenti radar analoghi, oltre alla discesa di un rover sulla superficie.
La professoressa Elena Pettinelli dell’Università di Roma Tre e coautrice dello studio pubblicato su Nature Astronomy ritiene sotto la superficie giaccia quel che rimane della grande quantità d’acqua che un tempo scorreva in superficie (quando Marte era dotato di una spessa atmosfera) e che essa possa aver conservato anche superstiti odierni di antichi organismi marziani. In fondo, il principio dietro questo genere di ricerche è che dove c’è acqua c’è vita.
Di Corrado Festa Bianchet