Carta igienica: cosa usavano le persone prima della sua invenzione?
Cosa usavano i nostri antenati prima che la carta igienica fosse inventata? Dai bastoncini igienici cinesi al tersorium, passando per le foglie e i giornali, ecco la storia mai svelata (e a tratti imbarazzante) di come ci pulivamo “lì dietro” fino a pochi anni fa.
La storia, oltre che di grandi conquiste, è piena di fatti imbarazzanti, ma che, guarda caso, facevano parte della vita quotidiana dei nostri antenati e, più avanti, sono entrati anche nella nostra.
Uno dei più comuni, ma che risveglia anche di più la curiosità, è quello dietro cui si nasconde una delle domande più digitate su Google: carta igienica, prima della sua invenzione, cosa usavano le persone per pulirsi lì dietro?
All’inizio della pandemia di Covid-19, se ben ricordate, la carta igienica diventò un bene difficile da trovare, almeno quanto i dispositivi di protezione individuale e il gel disinfettante per le mani.
E non è finita qui: sebbene la carta igienica esista nel mondo occidentale dal XVI secolo e in Cina dal II secolo avanti Cristo, ci sono ancora miliardi di persone che non la usano nemmeno oggi.
In passato, poi, la carta igienica era ancora più scarsa.
Quindi cosa usavano i nostri antenati per pulirsi dopo essere andati in bagno?
È difficile dirlo usando soltanto la documentazione archeologica, in quanto la maggior parte del materiale usato era organico, quindi è sparito con il passare dei secoli.
Gli esperti, tuttavia, sono stati in grado di recuperare alcuni campioni, inclusi alcuni con tracce di feci, insieme a numerose raffigurazioni dei precursori della carta igienica nella letteratura e nell’arte.
Nel corso della storia, per pulirsi, gli esseri umani hanno usato di tutto, dalle proprie mani alle pannocchie di mais, passando addirittura per la neve (e che non doveva essere proprio piacevole sentire sulle parti “più delicate”).
Uno dei materiali più antichi, che siano mai stati registrati, utilizzati per questo scopo era il bastoncino igienico, risalente alla Cina di 2000 anni fa.
I bastoncini igienici, chiamati anche fogli di bambù, erano bastoncini di legno, o di bambù, avvolti in un panno.
Periodo greco-romano: che dolore il tersorium! Per non parlare dei pessoi
Durante il periodo greco-romano, dal 332 avanti Cristo al 642 dopo Cristo, gli antichi greci e gli antichi romani pulivano i loro regali derrières con un altro bastone, chiamato tersorium, ma non immaginare certo un bastone igienico come quello dei ben più “evoluti” cinesi.
Il tersorium, che aveva una spugna su un’estremità, veniva lasciato nei bagni pubblici per uso comune.
Alcuni studiosi sostengono che il tersorium potrebbe non essere stato usato per pulire i sederi delle persone, ma i bagni in cui defecavano (quindi sarebbe stato l’antenato del moderno spazzolone per il gabinetto).
Le persone pulivano il tersorium scaricandolo in un secchio di acqua salata, o aceto, o immergendolo nell’acqua corrente che scorreva sotto i sedili del water.
Gli antichi greci e gli antichi romani però progettarono un’altra “trappola”, ancora più scomoda e dolorosa del tersorium (che, dunque, non doveva essere così pratico come appariva): i pessoi.
Dei piccoli pezzi di ceramica arrotondati, a forma di ovale o di cerchio, su cui gli archeologi hanno trovato tracce di feci.
E, tanto per rendere ancora più chiaro il loro uso, gli antichi romani e greci hanno pure pensato bene di raffigurarlo nell’arte: un team di archeologi, di recente, ha rinvenuto un’antica coppa per il vino con un’immagine in cui si vede un uomo pulirsi il sedere proprio con i pessoi.
Gli antichi greci, tanto per rimanere in tema di “masochismo”, potrebbero essersi asciugati anche con gli ostraka, i pezzi di ceramica “di scarto” su cui avevano scritto i nomi dei loro nemici per ostracizzarli.
Dopo il voto quindi, e dopo che la persona sgradita era stata allontanata dalla città, si sarebbero puliti letteralmente con i nomi dei loro nemici.
Tuttavia, secondo quanto sottolineato dagli studiosi, questi materiali con il passare del tempo potrebbero aver danneggiato non pochi sederi, causando irritazioni alla pelle ed emorroidi.
Giappone dell’VIII secolo dopo Cristo: il chuugi, il bastoncino dei Nara
Nel Giappone dell’VIII secolo dopo Cristo, in pieno periodo Nara, le persone usavano un altro tipo di bastoncino, doloroso almeno quanto i pessoi e gli ostraka: il chuugi.
Questo legnetto veniva usato sia pulirsi all’esterno che all’interno: ci sono testi dell’epoca che raccontano di giapponesi, molto scrupolosi, che per essere al top se lo mettevano letteralmente tra le natiche!
C’è però da dire che, sebbene i bastoncini siano stati molto popolari nel corso della storia, probabilmente gli antichi usavano anche materiali meno dolorosi, come acqua, erba e pellicce di animali.
Medioevo: legnetti? No grazie, meglio i pezzi di arazzo!
Nel Medioevo invece, secondo quanto riportato dagli storici, si preferivano usare materiali più morbidi e facili da reperire, come il muschio, il carice, il fieno, la paglia e, addirittura, pezzi di arazzo.
Insomma, la gente usava così tanti materiali che un romanziere francese, François Rabelais, pensò bene di scrivere una poesia satirica sull’argomento nel XVI secolo.
La sua poesia è stata la prima, in assoluto, a menzionare la carta igienica nel mondo occidentale, ma c’era un “ma”: per Rabelais era a dir poco inefficace.
Anzi, tanto per restare in tema, il romanziere francese, in questa poesia, concluse che il collo d’oca (staccato dall’animale) fosse l’opzione migliore.
Certo, Rabelais stava scherzando, ma non era tanto andato distante dalla verità, perché anche oggi la carta igienica non è proprio un bene universale.
Basti pensare che un notiziario australiano, prima che la pandemia approdasse anche nel continente dei canguri, all’inizio prese scherzosamente in giro gli occidentali alla disperata ricerca di carta igienica, consigliando loro di “lavarsi e di non asciugarsi” con un getto d’acqua delicato.
Di Francesca Orelli
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