22 Novembre 2024
Dalla CO2 all'etanolo

Rispetto ai catalizzatori già in uso, quello sviluppato presso l'Università di Chicago si rivela molto efficiente e flessibile (Credit immagine: Argonne National Laboratory)

Un catalizzatore in grado di convertire il diossido di carbonio in una fonte di energia come l'etanolo sviluppato dai ricercatori dell'Università di Chicago.

Uno degli obiettivi nella lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento in generale è rappresentato dall’economia circolare del carbonio. In uno studio apparso su Nature Energy ricercatori dell’Università di Chicago presentano un nuovo catalizzatore in grado di convertire il diossido di carbonio (CO2) in etanolo e ossigeno.

Le molecole di diossido di carbonio sono stabili e romperne i legami è energeticamente dispendioso

Il catalizzatore è basato su molecole di rame disperse in un supporto in carbonio con una tecnica che permette di superare i limiti di efficienza che caratterizzano soluzioni analoghe. Il fattore denominato efficienza di Faraday raggiunge infatti il 91%, molto più che in altri sistemi catalitici in uso.

Grazie a una reazione elettrochimica ottenuta applicando una corrente a basso potenziale agli elettrodi il catalizzatore riesce a spezzare le molecole di CO2 e d’acqua riassemblandole in forma di etanolo, un prodotto di largo impiego in svariati campi nell’industria e anche nel settore dei carburanti, come sostituto del gasolio o additivo per la benzina.

La tecnologia in uso è flessibile e adattabile anche ad altri elementi derivati dalle lavorazioni industriali o agricole

Il procedimento potrà essere sfruttato anche per il recupero e la conversione di ulteriori sostanze di scarto e persino nocive in prodotti riutilizzabili, per conseguire l’obiettivo dell’economia circolare tutelando nel contempo la salute dell’ambiente in cui viviamo.

Un dispositivo di questo tipo permette inoltre di essere integrato in una strategia intelligente: le funzionalità a bassa pressione e basse temperature permettono di poter azionare e chiudere il procedimento a piacere e rapidamente nel corso della giornata, sfruttando l’energia prodotta da fonti rinnovabili quali il Sole o il vento in quei momenti in cui non vi è un picco di richiesta dalla rete elettrica e si ha quindi a disposizione un surplus di energia che andrebbe altrimenti perduto. Con questa modalità si può invece produrre una fonte di energia stoccabile in vista di un futuro utilizzo.
Un approccio davvero smart.

Di Corrado Festa Bianchet

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