22 Novembre 2024
Chicchi di riso

Il riso rappresenta l'alimento principale sulle tavole di tutti i paesi asiatici, ma le tecniche di coltivazione variano a seconda del clima

Il progressivo aumento delle temperature in Giappone porta i ricercatori a studiare come integrare al meglio tecniche già in uso in Paesi dal clima tropicale.

Il cambiamento climatico porta con sé diversi problemi per l’immediato futuro, ma la situazione che dovremo affrontare è più complessa di quanto a volte si tenda a pensare. Una storia esemplificativa in tal senso giunge dal Giappone, dove una ricerca mostra un’opportunità di incremento nella produzione di riso locale.

Il riso, l’alimento-base più consumato al mondo

È una pianta dal ciclo annuale: dopo una sola stagione di crescita, muore.
Tuttavia a determinate condizioni è possibile una produzione basata sulla continua ricrescita, come l’erba periodicamente tagliata.

È indispensabile che il clima sia di tipo tropicale e si dedichi particolare cura alle colture, ed è in effetti una pratica in uso da tempo in diverse regioni del continente asiatico. Ma non in Giappone, per il clima non adeguato. Tuttavia le cose stanno cambiando e uno studio del team guidato da Hiroshi Nakano dell’Organizzazione Nazionale per la Ricerca sull’Agricoltura e sul Cibo mira a verificare se sia possibile uno sfruttamento positivo del cambiamento climatico che sta colpendo anche il Paese del Sol Levante.

La tecnica è denominata rigermogliatura del riso

Essa implica il taglio della pianta dopo la mietitura in modo che possa ricrescere tornando produttiva. Lo studio ha preso in esame due diversi periodi di mietitura, anticipata e nel periodo abituale, e due diverse altezze nel taglio della pianta per la rigermogliatura.

I ricercatori hanno in ciascun caso raccolto i chicchi, poi li hanno contati e pesati per determinare l’entità del raccolto; i risultati, come del resto era atteso, variano al variare dei due fattori presi in considerazione.

Il costante incremento nelle temperature nel Paese nel corso degli ultimi anni permetterebbe di piantare i semi in anticipo, effettuare un primo raccolto, far rigermogliare le piante e terminare con una seconda mietitura più tardi.

Trovare la giusta combinazione

Secondo la ricerca, la prima mietitura avvenuta nel periodo abituale ha fornito un raccolto quantitativamente superiore rispetto alla mietitura anticipata, perché la pianta ha avuto più tempo per fare crescere i chicchi nelle spighe; e in entrambi i casi il raccolto è stato superiore laddove il taglio per la rigermogliatura era stato effettuato a un’altezza maggiore, perché la pianta può attingere a maggiori risorse grazie alla più ampia superficie di foglie e stelo.

In definitiva, la ricerca indica che con l’attuale clima del Giappone sudoccidentale (e analoghi in tutto il mondo) si può beneficiare di una più elevata produzione di riso continuando a mietere per la prima volta nel periodo abituale ma in abbinamento a un taglio alto per la rigermogliatura che produrrà un secondo raccolto.

Lo scenario è naturalmente in continua evoluzione e questo è un esempio di come si possano contrastare le difficoltà cui stiamo andando incontro modificando e adattando le pratiche produttive su base locale.

Di Corrado Festa Bianchet

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