Le fonti principali che ci narrano della mitologia norrena, ovvero l’Edda poetica e l’Edda in prosa, ci forniscono solo alcune informazioni sui 9 mondi vichinghi; tenuti insieme da Yggdrasill, l’Albero del Mondo, questi formano il cosmo nel quale si ambientano le leggende nordiche.
I 9 mondi vichinghi
Ásaheimr e la casa di Odino
All’interno della mitologia norrena, l’Ásaheimr, ovvero il Regno degli Æsir detto anche Ásaland, (Terra degli Æsir) oppure Goðheimr (Terra degli Dèi) viene considerata, appunto, la terra natale degli Aesir.
Gli Aesir (conosciuti anche come Asi) rappresentano gli dei, padroni del cielo che secondo l’interpretazione evemeristica (una corrente della filosofia religiosa che considera le divinità come esseri umani realmente esistiti e in seguito divinizzati per mezzo delle storie tramandate sulle loro gesta) sarebbero originari dell’Asia.
Al seguito di Odino, gli Aesir si sarebbero spostati verso le terre del nord partendo dall’Ásaheimr. In particolare, dalla capitale Ásgarðr, ovvero un immenso castello suddiviso in 12 palazzi. È qui che Odino abita ed esercita il suo potere sulle altre divinità.
Basandosi sulle ricostruzioni dello storico islandese Snorri Sturlson, la città sarebbe identificabile come Troia, la celebre città dei poemi omerici situata nell’attuale Turchia.
Il mondo degli Asi si presenta diviso da Miðgarðr, ovvero la terra dei mortali situata nel mondo Mannheimr. In base all’Edda in prosa, l’accesso a Ásgarðr è possibile solo attraverso un ponte arcobaleno (Bifrǫst) che consente di accedere a quella che viene definita come una fortezza celeste posta al centro del mondo dove dimorano gli dei.
Nella Saga degli Ynglingar, opera del 1225 di Sturlson, si racconta invece come Ásgarðr fosse considerato un luogo di culto fondamentale nel quale 12 sacerdoti si occupavano dei sacrifici a favore degli dei.
Le origini di Ásaheimr: la truffa ai danni di un gigante
Secondo la leggenda, la costruzione delle imponenti mura intorno a questo mondo furono affidate ad un gigante del ghiaccio in cambio di una ricompensa che comprendesse la mano di Freia, dea della bellezza e dell’oro (ma anche della guerra e della morte), il sole e la luna.
Il patto prevedeva che per ottenere la ricompensa il gigante in questione completasse il lavoro in soli 6 mesi, e l’unico aiuto esterno concessogli fu quello del suo cavallo.
Bisogna tenere sempre presente, però, quando si parla di divinità nordiche, facciamo riferimento ad entità che presentano tantissimi tratti comuni con gli uomini: gli dei norreni sono passionali, affabulatori e capaci di tradire ed ingannare per i propri vantaggi, o anche per il semplice gusto di manifestare la loro superiorità sugli altri.
Fu così che, accorgendosi di come il gigante di ghiaccio possedesse un cavallo capace di lavorare instancabilmente, i signori dell’Ásaheimr passarono subito alla controffensiva.
Loki, trasformatosi in giumenta, distrasse il prezioso cavallo del gigante, impendendo a quest’ultimo di completare i lavori in tempo.
Non contenti della frode nei confronti del loro gargantuesco operaio, per mano di Thor gli dei uccisero il gigante, mentre Loki intanto partoriva Sleipnir, un puledro grigio con sei zampe dalle doti eccezionali, il quale diventerà il fedele destriero di Odino.
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