Se pensiamo ai miti greci, per noi è quasi naturale rispondere che i primi uomini iniziarono ad usare il fuoco quando Prometeo lo donò loro dopo averlo rubato dal carro del Sole (e con il risultato che, fino a quando non venne a liberarlo Ercole, venne punito in modo atroce da Zeus).
Parlando però di storia “reale”, nei fatti quando i primi esseri umani scoprirono il fuoco? E quando, dopo numerosi tentative e bruciature, capirono che, oltre a poter essere usato per riscaldare le caverne e per cuocere la carne, poteva essere utilizzato per difendersi anche dalle bestie feroci e per forgiare i metalli?
La risposta non è così scontata come sembra. Anzi, ancora oggi dà luogo a dibattiti molto vivaci, e accesi, sia tra gli archeologi e gli storici, sia tra gli scienziati e gli altri rappresentanti massimi delle varie discipline scientifiche.
La scoperta del fuoco: una questione ancora “delicata”
Il fuoco, fin da quando è apparso al nostro primo antenato sotto forma di incendio, ha accompagnato il cammino di noi esseri umani fino a farci evolvere in ciò che siamo oggi.
Gli scienziati sospettano che, senza il controllo del fuoco, gli esseri umani probabilmente non avrebbero mai sviluppato il loro cervello in maniera così importante e, oltre ad esso, non avrebbero mai ottenuto i grandi benefici derivanti da un’intelligenza “superiore”.
Quando però gli esseri umani hanno scoperto per la prima volta come usare il fuoco?
“È una domanda molto delicata” ha dichiarato Ian Tattersall, paleoantropologo e curatore emerito di origini umane presso il Museo Americano di Storia Naturale di New York City. “La verità è che, visto che le prove relative all’uso del fuoco non si conservano molto bene, non lo sappiamo per certo.”
Quello che gli esperti sanno è che, circa 400mila anni fa, il fuoco ha cominciato a scoppiare sempre più frequentemente nei siti archeologici in Europa, Medio Oriente, Asia e Africa.
Gli archeologi ritengono quindi che, in questo periodo, i fuochi cominciarono ad essere accesi sempre di più, sebbene i siti con prove evidenti siano molto scarsi.
Lo strano caso dei siti trovati in Israele e in Sudafrica
Tuttavia, in almeno due casi isolati, sono state trovate prove di primi esseri umani che usavano il fuoco già prima di 400mila anni fa.
Per esempio, in un sito in Israele, risalente ad 800mila anni fa, gli archeologi hanno trovato focolai, selci e frammenti di legno bruciato. La scoperta è stata riportata in uno studio del 2012, apparso sulla rivista Science.
In un altro sito, chiamato Wonderwerk Cave, situato in Sudafrica, gli archeologi hanno trovato prove che gli esseri umani usavano il fuoco già circa un milione di anni fa.
Nella grotta infatti sono stati rinvenuti resti di ossa, piante bruciate e quelli che sembrano essere dei focolai:
“Le prove trovate nel sito provengono da un punto molto più lontano della grotta” ha rivelato Sarah Hlubik, paleoantropologa e ricercatrice post dottorato presso la George Washington University di Washington DC.”Anche un incendio che sta dilagando nel paesaggio non può raggiungere punti così lontani.”
In altre parole, ci sono poche possibilità che i dati siano un colpo di fortuna, anche se sono isolati nello spazio e nel tempo.
Quando iniziarono gli esseri umani ad usare il fuoco? La teoria “plausibile” su cui i paleontologi stanno indagando
Sebbene Wonderwerk sia il primo sito in cui, come concordato dalla maggior parte degli esperti, gli esseri umani hanno cominciato ad usare il fuoco, in teoria avrebbero dovuto iniziare ad usarlo molto prima.
Circa due milioni di anni fa l’intestino del nostro antenato, l’Homo Erectus, iniziò a contrarsi, suggerendo che qualcosa come cucinare stava rendendo la digestione molto più facile.
Nel frattempo il suo cervello stava crescendo, il che richiedeva molta energia:
“Da dove altro potresti ottenere l’energia senza usare il fuoco per cucinare il cibo?” ha aggiunto Tattersall, riferendosi alla cottura della carne e delle verdure.
Per sostenere questo argomento, Hlubik sta cercando segni di antichi focolai nei siti di Koobi Fora, una regione situata a nord del Kenya, nota per essere ricca di resti paleoantropologici risalenti a circa 1,6 milioni di anni fa.
Finora ha trovato ossa bruciate raggruppate insieme ad altri artefatti. I sedimenti bruciati sono stati radunati separatamente, suggerendo che c’era un’area per mantenere il fuoco e un’altra area in cui gli antichi umani trascorrevano la maggior parte del loro tempo.
“A questo punto sono fiduciosa e posso dire “Sì, c’era un fuoco che veniva usato da persone su questo particolare sito”” ha confermato Hlubik.
La fase successiva della sua ricerca consisterà nel rispondere a questa domanda: quanto altri siti nella regione hanno anche prove di focolai?
Non tutti gli esperti sono però d’accordo con le affermazioni di Hlubik. I focolai presenti nel sito che ha scavato potrebbero non essere stati accesi dagli umani, ma potrebbero essere stati anche causati da cespugli bruciati nel corso di un incendio naturale.
Ogni volta che si verifica l’uso del fuoco, la capacità degli esseri umani di catturare e di controllare i focolai, o di crearne di propri, ha avuto un impatto enorme sull’evoluzione della specie.
Probabilmente ha contribuito ad allungare la nostra vita, ha reso gli esseri umani più socievoli, dando loro un posto in cui riunirsi e, insieme all’invenzione dell’abbigliamento, li ha aiutati a sopravvivere in climi più freddi.
L’uso del fuoco, probabilmente, ha anche aumentato la cognizione umana:
“I vantaggi derivanti dal suo utilizzo rinforzarono i guadagni cognitivi che l’Home Erectus aveva già ottenuto, e poi ne creò di nuovi. Perché il fuoco è una cosa complessa: può farti male se lo usi in modo errato.”
Di Francesca Orelli
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