22 Novembre 2024
Strumento preistorico per realizzare corde

Fra i tanti reperti rinvenuti nella grotta di Hohle Fels, questo è il più enigmatico. Ma forse il mistero è stato ora risolto (Credit immagine: Università di Tubinga)

Inizialmente si riteneva fosse uno strumento musicale o avesse funzioni rituali, ma oggi i ricercatori ritengono questo manufatto fosse usato dagli uomini di 40000 anni fa per creare corde

Quello di Hohle Fels, Germania sudoccidentale, è uno dei siti archeologici più importanti al mondo: i più famosi ritrovamenti consistono in due flauti e uno dei primi esempi di scultura nonché la più antica rappresentazione di un corpo umano, la figura femminile di sei centimetri scolpita nell’avorio di un mammuth nota come Venere di Hohle Fels. La datazione al radiocarbonio la colloca infatti, come gli strumenti musicali, in un periodo compreso fra i 31.000 e i 40.000 anni fa.

La presenza di quattro fori a opera dell’uomo aveva fatto pensare a un terzo flauto

Ma c’è uno strumento che aveva lasciato perplessi i ricercatori: anch’esso ricavato da una zanna di mammuth e con un’età stimata fino a 40.000 anni, il manufatto presenta quattro fori dalle incisioni spiraliformi e si era pensato potesse anch’esso far parte di un antico strumento musicale, ma si è infine giunti a una diversa conclusione.

Veerle Rots, ricercatrice presso l’Università di Liegi (Belgio) specializzata nello studio di siti e strumenti paleolitici è stata infatti in grado di realizzare quattro distinti trefoli che possono poi essere combinati a formare una corda di tre metri in quindici minuti partendo da fibra grezza vegetale fatta passare attraverso i fori di una replica dell’antico strumento. L’ipotesi sulla reale funzione dello strumento è stata poi rinforzata da successivi esperimenti.

La creazione di corde costituì una rivoluzione verso il termine dell’età della pietra

In che modo gli Homo sapiens realizzasse corde nell’ultima fase del paleolitico, durante il quale aveva già mostrato di padroneggiare una tecnologia di notevole livello, estrinsecata anche attraverso la realizzazione delle prime, sorprendentemente raffinate opere d’arte.

La creazione di accessori corde o semplici spaghi che a noi moderni possono sembrare semplici e scontati ha invece fornito una spinta formidabile lungo il percorso evolutivo dei nostri antenati rendendo possibili o molto più semplici e affidabili strumenti come slitte a trazione animale (i discendenti dei lupi furono domesticati in tempi molto antichi), i primi semplici esempi di tende da piantare durante le soste negli spostamenti per procacciarsi cibo (l’agricoltura era ancora di là da venire), cesti, archi e frecce, reti da pesca…

Strumenti adatti allo stesso scopo sono stati rinvenuti un po’ in tutta Europa, come nelle grotte della gola di Cheddar, nel Somerset inglese (in questo caso ricavati da palchi di renna e risalenti a “soli” 15.000 anni fa) e che si pensava potessero essere state create per finalità rituali o come simbolo di potere o comando.

Hohle Fels e dintorni custodiscono preziosi tesori venuti gradualmente alla luce in 150 anni

Gli scavi nel sito iniziarono nel lontano 1870 ma le sorprese continuano a emergere, tanto che la scoperta dei manufatti qui menzionati, i flauti, la statuina e lo strumento per fabbricare corde, risalgono appena al 2008 grazie a un team dell’Università della Tubinga guidato da Nicholas Conard.
Non sorprende il sito ubicato nel Giura Svevo (le Alpi del Baden-Württemberg) sia considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Di Corrado Festa Bianchet

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