Dinosauri e pterosauri: l’antenato comune nel palmo di una mano
Si chiama Kongonaphon kely, visse 237 milioni di anni fa ed è ritenuto l’antenato comune dei dinosauri giganti (terrestri) e degli pterosauri (creature volanti). E poteva stare nel palmo di una mano, con i suoi dieci centimetri di altezza e una quarantina di lunghezza totale inclusa la coda.
Rinvenuto nel 1998 in Madagascar, l’analisi dei piccoli denti appuntiti lo identifica come un piccolo sterminatore di insetti, il significato del suo nome in un mix fra greco e malgascio.
L’analisi di un femore ha permesso ai paleontologi di stabilire che questo minuscolo predatore era un adulto e non un cucciolo
Esso apparteneva agli Ornithodira (un clade parte del gruppo superiore chiamato Archosauria), identificati negli anni 80 come ultima evoluzione in comune fra dinosauri e pterosauri, che si sarebbero poi diversificati.
Sebbene si tenda a parlare genericamente di dinosauri riferendosi a una vasta serie di animali terrestri, d’acqua e volanti, sarebbe in realtà corretto riferirsi con tale denominazione solo al primo caso: per riprendere un’analogia usata dallo Smithsonian, considerare dinosauri e pterosauri come un tutt’uno sarebbe come dire che essere gli esseri umani e i marsupiali come i canguri o i koala sono la stessa cosa.
L’evoluzione partendo da radici comuni porta a diversificazioni sempre più marcate
In realtà in entrambi i casi, pur essendo le creature biologicamente imparentate (noi e i canguri siamo mammiferi) siamo di fronte a due ramificazioni evolutive differenziate. Si può quindi affermare che dinosauri e pterosauri siano piuttosto lontani cugini.
Nella scala evolutiva il Kongonaphon si pone al punto estremo di una fase in cui i primi Ornithodira ridussero le proprie dimensioni, probabilmente a quel tempo la via migliore per prosperare in un ambiente già dominato da creature di notevole stazza quali i coccodrilli o i protomammiferi.
I fossili dei primi Ornithodira sono rari e restano molti dubbi da chiarire riguardo le prime fasi della loro evoluzione ma sebbene l’idea che per giungere ai più grandi animali terrestri conosciuti, tonnellate di peso e fino a decine di metri di lunghezza, si debba prima essere passati attraverso un “evento di miniaturizzazione” possa essere apparire paradossale, ciò ben si adatta agli schemi generali noti per le condizioni ambientali dell’epoca.
Una sorta di “anello mancante” verso la conquista dei cieli
Sussiste poi il mistero dei primi pterosauri, che sarebbero già stati pienamente abili al volo senza alcun apparente passaggio intermedio a oggi noto rispetto ai rettili terrestri di cui sono i discendenti. La ricerca ora punta a trovare più esemplari di Kongonaphon o creature simili nella speranza possano fornire ai ricercatori maggiori indizi sui percorsi che portarono i primi Ornithodira a evolversi verso i giganteschi dinosauri terrestri da una parte e acquisire la capacità di volare come pterosauri dall’altra.
La ricerca è non facile e di grande interesse poiché gli eventi oggetto d’indagine hanno inizio con la rinascita dopo l’estinzione di massa al termine del Permiano e superano l’estinzione successiva, quella al termine del Triassico, a cui i primi dinosauri sopravvissero, come abbiamo illustrato in un <>precedente articolo.
La ricerca è stata pubblicata su PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences, a luglio 2020.
Di Corrado Festa Bianchet