I più antichi progenitori noti dei pinguini vivevano 62 milioni di anni fa (*) negli allora mari tropicali nei pressi di quella che oggi è la Nuova Zelanda. Ne sono state identificate nove specie, fra cui Waimanu, Muriwaimanu, Sequiwaimanu e il più tardo Anthropornis che in dimensioni variavano dal piccolo al gigantesco, un metro e sessanta/settanta centimetri di altezza, per un peso di 90 kg.
Due uccelli acquatici, così simili e così diversi
Sono poi stati individuati in Nordamerica e in Giappone fossili di plototteridi, animali che sembravano pinguini, nuotavano come pinguini e si nutrivano come pinguini… ma non erano pinguini!
Apparsi fra i 35 e i 37 milioni di anni fa, erano biologicamente più vicini ai moderni cormorani o alle aninghe americane. Nonostante questo, con decine di milioni di anni e migliaia di chilometri di differenza (emisfero boreale in contrasto con l’emisfero australe), avevano nell’aspetto fisico e nel comportamento molto in comune coi pinguini: dalla forma del becco e delle narici alle spalle, cassa toracica e ali.
L’evoluzione può portare in modo indipendente alle stesse soluzioni in luoghi e tempi distanti
Ciò porta a supporre entrambi mostrassero la peculiarità di muoversi in acqua secondo modalità analoghe, usando le ali come propulsore laddove gli uccelli utilizzano solitamente le zampe.
Così distanti nello spazio e nel tempo, pinguini e plototteridi mostrano quindi un evidente esempio di convergenza evolutiva, che naturalmente attira l’interesse dei ricercatori: probabilmente entrambi da uccelli volanti che si tuffavano in acqua si evolsero pian piano sempre più in abili nuotatori perdendo la capacità di volare.
I destini di questi due uccelli acquatici furono tuttavia assai diversi col pinguino giunto fino ai giorni nostri mentre i plototteridi si estinsero ben 25 milioni di anni fa.
Però un record lo possono vantare: erano persino più grandi dei pinguini giganti, potendo raggiungere e superare i due metri d’altezza.
La ricerca ha coinvolto il Museo di Scienze Naturali di Francoforte, il Burke Museum di Washington e il Canterbury Museum di Christchurch, Nuova Zelanda.
(*) Un’ipotesi ritiene tuttavia probabile perlomeno il Waimanu fosse comparso prima dell’estinzione dei dinosauri e sarebbe quindi sopravvissuto al disastro globale che li spazzò via.
Di Corrado Festa Bianchet