Mentre l’Italia, e il mondo, è ancora alle prese con la pandemia di Coronavirus, c’è una parola, o meglio una frase, che in questi tempi strani (e contagiati) è diventata la parola d’ordine: distanziamento sociale.
Le autorità, come pure l’Organizzazione Mondiale della Sanità, stanno continuando ad affermare che il distanziamento sociale, e non le scorte di cibo o le corse disperate all’ospedale, sia il modo migliore per aiutare ad “appiattire la curva” e ad arginare la diffusione del virus.
Certo, quando si parla di distanziamento sociale, la moda potrebbe essere l’ultima cosa che ci viene in mente quando parliamo di strategie di isolamento.
Eppure, prima ancora dell’avvento del Covid-19, i nostri antenati (o meglio, le nostre antenate) avevano già capito che l’abbigliamento, e la moda, poteva svolgere un ruolo importante nel “mantenimento delle distanze”.
E questo sia che lo spazio venisse creato per risolvere una crisi sanitaria, sia che venisse appositamente concepito per tenere a bada pretendenti molto fastidiosi e che potevano allungare un po’ troppo le mani.
Moda salvavita: quando l’abbigliamento veniva usato per mitigare il contatto ravvicinato
L’abbigliamento, nel corso dei secoli, è stato a lungo un sistema utile, e ampiamente utilizzato, per mitigare i contatti ravvicinati e l’esposizione non necessaria.
Le mascherine, nell’attuale crisi sanitaria, sono tornate non solo ad essere un simbolo, ma sono diventate anche un accessorio alla moda per segnalare agli altri di “stare lontani”.
La moda, già in passato, ha dimostrato di essere utile anche durante le pandemie: ai tempi della peste bubbonica, per esempio, i medici veneziani indossavano delle maschere dal becco appuntito, che ricordavano un uccello molto sinistro, per proteggersi e mantenere le distanze dai pazienti malati.
Prima ancora invece, in particolare durante il Medioevo, i lebbrosi erano costretti a cucire un cuore sopra i loro vestiti oppure ad indossare delle campane molto rumorose o dei battacchi per avvertire gli altri della loro presenza (o del loro imminente arrivo).
Distanziamento sociale: una questione di classe e di eleganza
Tuttavia, il più delle volte, non c’è bisogno che una pandemia si scateni in tutto il mondo per far sì che le persone mantengano le giuste distanze.
In passato mantenere le distanze – soprattutto tra i generi, le classi e le etnie – era un aspetto importante degli incontri sociali e della vita pubblica.
Il distanziamento sociale però, in questi casi, non aveva niente a che fare con la salute e l’isolamento: si trattava di etichetta e di classe. E la moda era lo strumento perfetto per metterlo in atto.
Prendiamo, per esempio, la crinolina dell’Epoca Vittoriana. Questa sottogonna ampia e voluminosa, che diventò molto di moda verso la metà del XIX secolo, veniva usata non solo per sostenere le ampie gonne (e impedire che si sporcassero o che si rovinassero quando le signore facevano le loro passeggiate), ma anche per creare una barriera tra i sessi in contesti sociali.
Anche se le origini di questa tendenza possono essere fatte addirittura risalire alla corte spagnola del XV secolo, nei fatti questa gonna voluminosa cominciò a diventare un segno di classe, e di eleganza, nel XVIII secolo.
Solo le donne abbastanza privilegiate, e ricche, da evitare le faccende domestiche potevano indossarle: per potersi muovere con indosso le crinoline, le signore avevano bisogno di una casa con abbastanza spazio, in maniera da potersi liberamente da una stanza ad un’altra, e di una cameriera che le aiutasse ad indossarle.
Più grande era la crinolina, maggiore era lo status della donna.
Negli anni 1850 e 1860 le donne della classe media iniziarono ad indossare la crinolina quando le gonne a cerchio e le gabbie cominciarono ad essere prodotte in serie, abbattendo di non poco il prezzo finale di questo tipo di abbigliamento.
Nonostante le critiche delle suffragette, e dei riformatori del vestito femminile, che la consideravano un altro strumento per opprimere la mobilità e la libertà delle donne, la grande gonna a cerchio era un modo sofisticato per mantenere la sicurezza sociale delle donne.
La crinolina infatti obbligava un potenziale pretendente – o, peggio ancora, uno sconosciuto – a mantenere una distanza di sicurezza dal corpo e dalla scollatura della donna.
Tuttavia, anche se questa sottogonna contribuì (inavvertitamente) a mitigare i pericoli del vaiolo e del colera, rapprensentava anche un pericolo non indifferente per la salute, e la vita, della donna.
Molte donne, per esempio, morirono bruciate dopo che le loro crinoline avevano preso accidentalmente fuoco. Nel 1870 invece la crinolina lasciò il posto al cosiddetto “cuscinetto”, che enfatizzava la pienezza della gonna soltanto sul posteriore.
Moda: le “armi” nascoste per tenere lontani i corteggiatori molesti
Le donne comunque continuarono ad usare la moda come un’arma contro le attenzioni maschili indesiderate.
Le gonne, nel 1890, come pure nei primi anni del 1900, si restrinsero sempre di più, ma in compenso iniziarono ad apparire cappelli di grandi dimensioni – e, soprattutto, spilloni per cappelli, che erano aghi di metallo di notevoli dimensioni, e particolarmente affilati, che venivano usati per fissare questi cappelli – che offrivano alle donne la protezione dagli scocciatori che, una volta, veniva data dalle crinoline.
Tornando invece a parlare del distanziamento sociale, e del mantenimento della salute, la teoria dei germi, insieme ad una migliore comprensione dell’igiene, ha portato alla diffusione delle mascherine per il viso – molto simili a quelle che usiamo oggi – durante la pandemia di influenza spagnola.
E mentre per alcune donne restava il bisogno di tenere a distanza i pretendenti più fastidiosi, molte altre cominciarono ad usare i cappelli più per mantenere fisse le mascherine piuttosto che per allontanare gli estranei.
Oggi non è chiaro se il nuovo Coronavirus porterà alla creazione di nuovi stili e accessori. Forse assisteremo alla nascita di nuovi indumenti protettivi, come lo scudo indossabile, creato da una società cinese.
In compenso però possiamo dire che, dopo essere stati relegati al passato, mascherine e guanti sono tornati ad essere degli accessori molto chic. E che un po’ di spazio in più intorno a noi, anche se può sembrare strano, non può farci che bene, in tutti i sensi.
Di Francesca Orelli
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