Quella del Triassico-Giurassico fu una delle cinque grandi estinzioni di massa nella storia del nostro pianeta: la più famosa è indubbiamente quella che portò alla scomparsa dei dinosauri (Cretaceo-Paleocene, circa 66 milioni di anni fa), mentre la più disastrosa fu quella del Permiano-Triassico (250 milioni di anni fa), che condannò oltre il 90% delle forme di vita presenti all’epoca.
Triassico, quando apparvero i primi dinosauri
La grande estinzione del Triassico-Giurassico si colloca a metà strada fra le precedenti: circa 200 milioni di anni fa scomparve il 70% della fauna e della flora. Ma si riscontrano più difficoltà nel cercare di comprenderne la causa, laddove negli altri casi sussistono ipotesi più consolidate sebbene oggetto di continua ricerca.
Quelle generalmente considerate sono due: l’impatto da asteroide, e in questo caso l’indiziato è il cratere Manicouagan, sede dell’omonimo lago in Quebec (Canada), oppure il cambiamento climatico, slegato dall’impatto e successivo a esso di 3-5 milioni di anni.
Manca una “pistola fumante” come il cratere di Chicxulub lo è per la scomparsa dei dinosauri
Uno studio dell’Università del Rhode Island cambia le carte in tavola, rivelando, in base a sofisticate analisi quantitative, che l’estinzione al termine del Triassico non sarebbe conseguenza di nessuno dei due eventi e che anzi, lungi dall’essersi verificata in maniera repentina e massiccia, si sarebbe protratta lungo un ampio arco di tempo, dell’ordine di almeno 10 milioni di anni. In effetti, non sarebbe legata ad alcun singolo evento catastrofico.
La ricerca è basata sui ritrovamenti paleontologici in strati risalenti a periodi compresi fra i 227 e i 205 milioni di anni fa all’interno del Parco nazionale della foresta pietrificata (Petrified Forest National Park), in Arizona. L’analisi dei reperti (si va dai primi dinosauri agli antenati dei coccodrilli) dimostra per esempio che il Typothorax e il Paratypothorax, si estinsero 6 milioni di anni prima dell’impatto dell’asteroide (quindi una decina di milioni di anni prima del cambiamento climatico) mentre altre specie come il Acaenasuchus, il Trilophosaurus e il Calyptosuchus sparirono successivamente, fra i 2 e i 3 milioni sempre prima dell’impatto, e il Desmatosuchus e lo Smilosuchus 2-3 milioni di anni dopo la caduta dell’asteroide, durante le primissime fasi del cambiamento climatico.
Questo purtroppo non ci rivela la causa effettiva di questa estinzione di massa che coinvolse soprattutto i vertebrati, ma ci permette di escludere alcune ipotesi rendendolo, come dicevamo non relazionabile ad alcun singolo evento noto e si trattò inoltre di un processo protrattosi molto a lungo.
La statistica si allea con la paleontologia
Questo genere di analisi statistico-quantitativa sarebbe difficilmente applicabile a casi analoghi poiché nel caso del Triassico-Giurassico esiste una grande quantità di fossili databili in modo preciso (per esempio attraverso la tecnica radiometrica). Non a caso la Foresta Pietrificata costituisce un laboratorio ideale non facilmente replicabile in altri siti.
I risultati della ricerca, guidata da Reilly F. Hayes, sono stati pubblicati sulla rivista Geology.
Di Corrado Festa Bianchet