Quella che viene definita neocortex rappresenta la porzione di corteccia cerebrale di sviluppo filogenetico più recente. Rispetto agli insettivori di base, nell’uomo si presenta circa 156 volte più grande. Sin dagli inizi del secolo scorso, è stato possibile suddividere la corteccia dell’essere umano in aree sempre più specifiche, fino a comprendere molteplici differenze funzionali nelle sue diverse parti.
Una differente funzione rispecchia una differente struttura
La scoperta che le aree più frontali siano dedicate all’elaborazione di ordine superiore e alla pianificazione dei comandi motori, mentre quelle posteriori siano implicate soprattutto nella ricezione di informazioni sensoriali, è stata possibile proprio grazie alle differenze riscontrate nei diversi strati che compongono la parte più esterna del nostro encefalo.
Il modo in cui gli elementi del nostro corpo sono strutturati, effettivamente, è quasi sempre ricollegabile alla loro funzione. Proprio per questo, studiosi come Korbinian Brodmann furono in grado, già all’inizio del ‘900, di dividere il cervello in aree basandosi su come queste erano molecolarmente organizzate.
Ad oggi, è risaputo che la corteccia possiede 6 strati ordinati, ognuno dei quali è rappresentato da una diversa popolazione di cellule, anche esse emblematiche di specifici funzionamenti per quella lamina:
I lamina molecolare: formata da rari corpi cellulari;
II lamina granulare esterna: contiene piccoli neuroni piramidali che dirigono i loro dendriti verso la superficie;
III lamina piramidale esterna: è formata da corpi di neuroni piramidali. Questi corpi aumentano progressivamente le loro dimensioni scendendo in profondità;
IV lamina granulare interna: è rappresentata da piccole cellule, molto addensate, sia del tipo piramidale che non piramidale;
V lamina piramidale esterna: sono presenti principalmente grandi neuroni piramidali da cui partono le vie motorie;
VI lamina multiforme: formata da cellule relativamente addensate di aspetto fusiforme.
La citoarchitettonica e le differenze tra le cortecce
Nonostante questi strati si ripetano per tutta la neocortex, sono invece presenti delle differenze relative allo spessore e alla densità cellulare dei vari strati a seconda dell’area indagata. Questo vale anche per la grandezza, la forma e l’organizzazione dei corpi neuronali. Sono proprio queste differenze ad aver permesso la divisione del cervello in specifiche aree citoarchitettoniche.
La corteccia motoria primaria, ad esempio, possiede un V strato piramidale particolarmente esteso. Dai corpi cellulari di questi neuroni partono degli assoni lunghissimi che arrivano direttamente ai fasci muscolari, permettendoci di controllare in maniera fine i nostri movimenti.
Se provassimo ad investigare, invece, le aree occipitali responsabili della vista, ci accorgeremmo che ad essere maggiormente sviluppato è il IV strato delle cellule granulari. Grazie a questi neuroni viene codificato il segnale che arriva dai nostri occhi. Lo stesso discorso vale per la corteccia temporale, specifica per l’udito, e quella parietale, implicata nella percezione somatosensoriale.
In fin dei conti, la differenza negli strati delle parti della corteccia è solo una delle innumerevoli strategie biologiche che ci hanno permesso di sopravvivere e diventare quelli che siamo. La meticolosità con la quale la natura ci ha dotato di tante soluzioni diverse per essere più efficienti ci ricorda come, in un certo senso, l’essere umano possa essere considerato uno dei progetti ingegneristici più grandiosi dell’universo.
di Daniele Sasso
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