Dozzine di siti preistorici, romani e medievali sono stati scoperti da archeologi volontari mentre lavoravano da casa durante il lockdown
Dozzine di siti preistorici, romani e medievali, mai registrati prima d’ora, sono stati scoperti da archeologi volontari mentre si trovavano a casa durante il lockdown del Coronavirus.
Gli scavi sono stati sospesi a causa della pandemia, ma i team di archeologi volontari sono riusciti a trovare parti di due strade romane, circa 30 recinti di insediamenti preistorici, o romani, di grandi dimensioni, circa 20 tumuli preistorici, nonché i resti di centinaia di fattorie medievali, sistemi di campo e cave.
L’archeologia non si ferma durante il lockdown: ecco come sono state possibili queste straordinarie scoperte
Il team, guidato dal dottor Chris Smart dell’Università di Exeter, che lavora nell’ambito del progetto National Understery Heritage Fund, supportato dal progetto Understanding Landscapes, sta analizzando immagini derivate dai dati LiDar o rilevamento della luce e del raggio.
Questa tecnologia laser viene utilizzata durante le indagini aeree per produrre mappe topografiche altamente dettagliate.
Vegetazione ed edifici moderni possono essere rimossi, permettendo agli archeologi di osservare la forma della superficie e di trovare i resti delle epoche passate.
I dati, ottenuti dal progetto Tellus South West e dall’Agenzia per l’Ambiente, vengono sistematicamente esaminati e referenziati con documenti di archeologia conosciuta e mappe storiche, il che significa che il totale delle nuove scoperte cambia regolarmente.
Le dichiarazioni del dottor Smart: “Stiamo usando i dati LiDar per mappare il più possibile l’ambiente storico.”
Il dottor Smart, parlando dell’impiego dei dati LiDar nell’archeologia ai tempi del Covid-19, ha dichiarato:
“Il Sud Ovest ha probabilmente i dati LiDar più completi disponibili nel Regno Unito e li stiamo usando per mappare il più possibile l’ambiente storico. L’attuale focus del progetto è la Tamar Valley, ma questo è stato ampliato per includere un’ampia fascia di terra tra Bodmin Moor e Dartmoor, Plymouth e Barnstaple, per un totale di circa 4000 chilometri quadrati.”
Si tratta della prima grande analisi sistematica dei dati LiDar dalla Tamar Valley, verso ovest, e basata su seminari informativi che sono stati tenuti dal dottor Smart all’inizio del 2020:
“Di solito ora saremmo fuori sul campo ad esplorare siti archeologici con gruppi di volontari, o preparandoci per la nostra campagna di scavi, ma adesso tutto questo è sospeso e non è possibile. Sapevo che ci sarebbe stato entusiasmo all’interno del nostro gruppo di volontari per continuare a lavorare durante il blocco – uno ha persino suggerito di rinominare temporaneamente il nostro progetto “Lockdown Landscapes” – ma non credo che abbiano realizzato quante nuove scoperte avremmo fatto.”
Il dottor Smart, parlando sempre del suo team, ha aggiunto di essere molto grato a ciascun membro della sua squadra per tutti gli sforzi fatti e di essere molto contento di poter continuare a fare ricerche guidate dai volontari in questi “tempi inquietanti”:
“Con il ritmo attuale, tra un mese o due, saremo capaci di scoprire centinaia di nuovi siti archeologici.”
Dietro le quinte del team: il volontario Fran Sperring “La ricerca di siti archeologici sconosciuti è stata non solo gratificante, ma anche molto avvincente.”
Un volontario del progetto regolare, Fran Sperring, ha dichiarato:
“La ricerca di siti archeologici precedentemente sconosciuti, e il contributo all’identificazione di luoghi per possibili studi futuri, non solo è stata gratificante, ma anche avvincente. Sebbene sia ancora una curva di apprendimento abbastanza ripida per me – dopotutto sono ancora un novizio sull’argomento – mi sto godendo ogni minuto. Archeologia dal caldo e asciutto comfort del salotto di casa – cosa potrebbe esserci di meglio?”
Il telerilevamento, la nuova tecnologia a disposizione degli archeologi
Il dottor Smart sta lavorando a stretto contatto con il suo collega dell’Università di Exeter, il dottor Joao Fonte, uno specialista nella manipolazione e nell’interpretazione dei dati LiDar.
Fonte spiega:
“Il telerilevamento è uno strumento molto potente per la prospezione archeologica. Mentre lavoro normalmente nell’Iberia nordoccidentale, sono davvero felice di poter collaborare a questo progetto e di condividere la mia esperienza a beneficio dei meravigliosi paesaggi del Devon e della Cornovaglia, e in un progetto che per giunta coinvolge una comunità di volontari interessati al proprio patrimonio culturale.”
Il team sta inoltre collaborando con il Cornwall and Devon Historic Environment Record per trovare un modo per integrare tutte queste nuove informazioni nei loro database e, possibilmente, per estendere il progetto anche sui nuovi siti del Sud Ovest.
Quando il peggio della pandemia sarà finito, il team intende intraprendere sondaggi geofisici in un certo numero di siti appena identificati come parte del progetto Understanding Landscapes.
Il dottor Smart ha aggiunto:
“È difficile per noi non essere in grado di svolgere il lavoro che avevamo programmato quest’estate, incluso uno scavo romano nel forte romano di Calstock, ma speriamo che questo sia solo una sospensione temporanea e di poter tornare a fare campagne archeologiche con i volontari non appena sarà sicuro farlo.”
Di Francesca Orelli
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