A volte capita di sentire storie su cose di tutti i giorni cui sorprendentemente non prestiamo attenzione e interrogati in proposito potremmo sentirci improvvisamente incerti o persino spaesati, sorprendendoci della nostra stessa reazione.
Pensiamo per esempio alle monetine e banconote che maneggiamo tutti i giorni: se chiedessimo cosa sia raffigurato su un dato taglio la percentuale di errori (anche se fornendo un elenco di risposte fra cui scegliere) sarebbe elevatissima.
La lettera sfuggente
Ma una ricerca della Johns Hopkins University (i cui risultati furono pubblicati per la prima volta nel 2018 sul Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance) fornisce indicazioni ancora più sorprendenti: la grande maggioranza dei partecipanti allo studio non è stato in grado di scrivere correttamente la g minuscola.
Innanzitutto è emerso che quasi nessuno era razionalmente a conoscenza del fatto esistano due diversi caratteri tipografici usati per questa lettera minuscola: in inglese sono denominati double-story (o looptail) e single-story (o opentail); la denominazione fa naturalmente riferimento proprio alla loro apparenza: i termini sono infatti più comunemente noti per il loro uso in architettura, con double-story a indicare una casa a due piani e single-story un’abitazione su un solo livello.
I due diversi caratteri tipografici sono ugualmente diffusi
Nelle lettere dell’alfabeto, è chiaro il riferimento alla composizione della lettera, un solo oppure due elementi, nel caso della g due ovali o cerchi distinti uniti da un trattino. Entrambe sono considerate standard ed equivalenti, con la versione double-story parte per esempio del diffuso Times New Roman mentre la g single-story si trova negli altrettanto diffusi Helvetica o Arial.
I sorprendenti risultati della ricerca
Durante il primo test a 38 studenti universitari sono state poste domande specifiche sulla propria conoscenza riguardo il fatto che ogni lettera può avere forme diverse e sono inoltre stati espressamente informati dell’esistenza di due varianti della g minuscola. Eppure in seguito solo circa metà dei partecipanti dimostrava di essere a conoscenza della g in versione double-story (looptail) e addirittura solo uno è riuscito a scriverla correttamente.
Nella seconda parte della ricerca, a 16 altri studenti è stato fatto leggere un testo contenente la g sempre in versione double-story, chiedendo espressamente di fare attenzione a esse; nonostante ciò, una volta privati del testo anche in questo solamente uno dei partecipanti si è rivelato in grado di scriverla correttamente.
Una studentessa era addirittura sconcertata poiché riteneva l’unica modalità possibile per scrivere la g minuscola fosse la versione single-story (opentail), nonostante l’avesse ripetutamente appena vista nel testo in versione completamente diversa.
La terza fase è stata condotta in modo assai esplicito: ai 44 nuovi partecipanti è stato chiesto di scegliere la grafia giusta fra le quattro proposte sia per la lettera a che per la g, entrambe double-story; ebbene mentre tutti hanno individuato la versione corretta della a, appena il 28% si è rivelato in grado di fare altrettanto con la g; in particolare il 56% ha erroneamente scelto la versione quasi-speculare, con la “coda” (tail) correttamente in alto a destra ma il trattino di unione centrale a destra invece che a sinistra.
Ulteriori studi ci porteranno a capire di più su di noi, ben oltre la comprensione dell’alfabeto
Secondo lo scienziato cognitivo Michael McCloskey ciò in parte è spiegato dal fatto che impariamo a scrivere a scuola, dove però quest’attenzione ai caratteri tipografici è assente, non impariamo a scriverli né a riconoscerne realmente le forme.
I risultati della ricerca tendono a confermare che non impariamo a conoscere le lettere nei particolari, ma solo quanto basta per distinguerle l’una dall’altra. Le conseguenze possono essere innumerevoli e non limitarsi a comprendere meglio le difficoltà cui possono andare incontro alcuni bambini durante la fase di apprendimento della lettura e della scrittura, ma pone interrogativi su come realmente percepiamo il mondo che ci circonda e il modo in cui con esso ci relazioniamo.
Forse il fatto stesso di non indurci a prestare sufficiente attenzione alla lettera g è indicativo non solo dell’importanza della lettura nella vita dell’individuo ma anche dell’influenza di questa scarsa attitudine a prestare attenzione ai dettagli possa rispecchiarsi nella vita di tutti i giorni, per tutti noi.
Di Corrado Festa Bianchet