Se, qualche mese fa, qualcuno ci avesse detto che leggere i classici della letteratura aiuta, poco ma sicuro gli avremmo sbuffato in faccia e gli avremmo risposto, anche con un tono un po’ annoiato, che per evadere non c’era bisogno di sprofondare nelle pagine di un tomo scritto secoli fa (e che sapevamo quando iniziavamo, ma non quando finivamo).
In questo periodo però, complice anche il lockdown, i classici sono tornati prepotentemente di moda e, dalle aule chiuse e polverose delle scuole, sono atterrati sul comodino vicino al letto o, per chi ha la fortuna di avercelo, sul divano del proprio salotto.
I classici sono definiti così proprio perché non solo sono riusciti a ritagliarsi il loro “posto al sole” d’onore nella letteratura mondiale, ma anche perché grazie a loro possiamo trovare consolazione, una via di fuga e un modo per non pensare all’odiata (ma necessaria) quarantena.
Dopo i 5 aneddoti che hanno visto come protagonisti 5 scrittori famosi, oggi qui sul Giardino della Cultura ti presenterò 3 classici della letteratura che ti aiuteranno a scappare dalla quarantena (perlomeno con il pensiero) e non farti pensare al lockdown, che ci terrà ancora compagnia fino ad inizio giugno.
1.Sulla natura di Lucrezio
Il primo classico della storia della letteratura europea: scritto nel I secolo avanti Cristo da Lucrezio, e in un periodo in cui a Roma gli Epicurei erano malvisti almeno quanto il Coronavirus oggi, Sulla natura (De Rerum Natura) è un poema epico, denso di piacevoli metafore che arricchiscono e complicano le sue idee sul materialismo e sulla filosofia, meraviglioso e intricato.
Lucrezio, come già scritto, era un Epicureo, ma aveva un obiettivo ben più alto del godersi la vita e tutti i piaceri che la stessa offre: far prevalere il pensiero razionale nel lettore al fine di liberarlo dalla morsa della superstizione, dell’ansia e della paura della morte.
Una lettura confortante, che spiega le origini dell’Universo dall’A alla Z (perlomeno com’erano conosciute da Lucrezio) e che ti farà dimenticare le brutture del mondo di fuori e anche il nuovo nemico invisibile che ci ha cambiato la vita.
2.L’asino d’oro di Apuleio
Inutile girarci intorno: spesso la fuga migliore dalle preoccupazioni, quarantena e bollettino dei morti e dei contagiati inclusi, è un po’ di sana stupidità e di risate.
E L’asino d’oro di Apuleio te ne assicurerà in abbondanza: creato da questo romano nato nella moderna Algeria a metà del 120 dopo Cristo, è l’unico romanzo latino che sia sopravvissuto nella sua interezza.
L’asino d’oro è molto divertente, ridicolo, esuberante, pieno di avventure picaresche, che ai tempi scandalizzarono anche gli antichi romani meno puritani, di romanticismo, di pirati, di rapinatori, di travestimenti, di matrone decisamente poco rispettabili, di dee crudeli, di sontuose feste di nozze e di trasformazioni in animali.
La sua chicca? La storia di Amore e Psiche, una fiaba moderna e stupenda che si trova incastonata nel centro e che narra le vicende di una principessa coraggiosa, e un po’ ingenua, che dopo aver perso il marito, decide di andare a cercarlo, superando ostacoli a non finire e sfidando anche l’ira di Afrodite, la dea greca dell’amore.
3.Le Georgiche di Virgilio
Un tormento per i poveri studenti universitari che lo si ritrovano all’esame di latino, una delizia per chi ama la letteratura classica o cerca un’evasione dal grigiore della città e dalla paura del virus.
Le Georgiche, scritte da Virgilio prima dell’Eneide e dopo Le Bucoliche, sono una delle perle della letteratura augustea.
Certo, con i loro 2000 esametri e le loro descrizioni delle tecniche di potatura, potrebbero trarre un po’ in inganno e passare per un manuale agricolo poco utile al giorno d’oggi, ma non farti sviare.
Le allegorie politiche, unite alla poetica consapevolmente esoterica e influenzata dalle opere di Callimaco, fanno riflettere. E le meravigliose deviazioni mitologiche, tra cui troviamo la storia di Orfeo e di Euridice e quella del poeta Aristeo, rendono la lettura davvero appassionante.
E, se sei in isolamento, poco ma sicuro Le Georgiche ti faranno evadere, perché ti mostreranno uno scorcio allettante di pinete, di boschi di cipressi, di vallate senza fine e di letti di viole.
Di Francesca Orelli
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