Ben presto i leader segregazionisti di Atlanta dovettero arrendersi, perché le prigioni della Contea di Fulton si riempirono in fretta, ma le proteste continuavano.
Accettarono quindi di abolire la segregazione razziale in cambio della fine dei boicottaggi, che paralizzavano le attività di proprietà dei bianchi. Le accuse furono ritirate e tutti i neri furono liberati, tranne King.
L’Associated Press riferisce che, il 25 ottobre 1960, più di 300 persone si affollarono nell’aula del tribunale di Decatur per vedere il giudice J.Oscar Mitchell condannare Martin Luther King a quattro mesi di carcere, e questo malgrado il leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani avesse pagato la multa e avesse la patente di guida valida fino al 1962.
Coretta Scott King, nella sua autobiografia, scrisse in seguito:
“Martin è stato immediatamente trascinato dall’aula di tribunale, con le mani in manette di metallo dietro la schiena. In seguito mi disse che gli orrori della giustizia meridionale, in cui decine di uomini neri venivano strappati dalle loro celle e mai più rivisti, gli passarono per la mente.”
King esortò la moglie ad essere forte in una lettera inviata dalla prigione della Georgia. Tre anni prima di Lettera da una prigione di Birmingham scrisse:
“Questa è la croce che dobbiamo portare per la libertà della nostra gente.”
Il colpo di scena alle presidenziali del 1960
Nei giorni rimasti della campagna presidenziale, Richard M.Nixon e John F.Kennedy cercarono di minimizzare le questioni relative ai diritti civili per paura di perdere i voti dei bianchi del sud.
I neri avevano votato per lo più repubblicano dai tempi di Abramo Lincoln. Nixon poi era stato appena approvato da Martin Luther King Senior, il padre dell’attivista e capo della chiesa protestante di Ebenezer.
Nixon però ignorò le richieste di aiuto provenienti dai neri, mentre Kennedy, al contrario, telefonò a Coretta per esprimere la sua simpatia.
Il padre di King cambiò il suo appoggio, dicendo che Kennedy aveva il coraggio morale di difendere ciò che è giusto
Quella frase, insieme a tante altre, apparve in un opuscolo blu intitolato No comment Nixon versus a Candidate with a heart, Senator Kennedy.
Non notati dai media nazionale, gli assistenti di Kennedy e i sostenitori di King distribuirono l’opuscolo nelle chiese frequentate dai neri la domenica precedente alle elezioni.
I neri avevano votato per 60-40 per i repubblicani solo quattro anni. Quella volta invece votarono 70-30 per i democratici, fornendo a Kennedy i voti più che sufficienti per vincere il collegio elettorale e battere Nixon.
“È una storia interessante e ricca di sfumature” ha dichiarato Mary Hooks, co-direttrice del Southerners on New Ground. “Le trappole “esplosive” che il dottor King stava provando in quel periodo sono le stesse che intrappolano ancora oggi la nostra gente.”
Di Francesca Orelli
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