Storia

Epidemie nella storia: ecco le 10 peggiori che hanno messo a dura prova il genere umano

Il Coronavirus, dalla sua comparsa in Italia, ha provocato non solo più di 2000 contagi, 52 morti (soprattutto tra le persone anziane) e 149 guariti, ma anche la chiusura di università, di scuole e di monumenti storici, la sospensione di tutte le attività, la cancellazione di numerose prenotazioni da parte dei turisti, un danno senza precedenti per l’economia e, peggio ancora, una psicosi generale che ci sta spingendo a guardare le altre persone in cagnesco e a scappare a gambe levate da chi, a causa di un colpo di freddo, starnutisce.

Giovanni Boccaccio, nel suo Decamerone, scrisse “Fa più danni la paura che non la malattia, parlando della peste nera che, nel 1348, colpì Firenze e l’Europa intera, causando più di 20 milioni di morti e scatenando anche una caccia spietata agli ebrei, visti come untori e responsabili della diffusione del morbo.

Alessandro Manzoni invece, pur non avendo vissuto la peste in prima persona, la studiò nei documenti dell’epoca per raccontarla nel suo capolavoro, I Promessi Sposi, e mostrarne gli effetti nella sua Milano, dove anche in questo caso non solo ci si confronta con una vera e propria psicosi (peraltro giustificata, visto che non c’erano gli stessi mezzi che oggi sono ampiamente a disposizione dell’uomo moderno), ma anche con la ricerca dell’untore e dell’avvelenatore di pozzi.

Il Coronavirus però, a dispetto di quello che si pensa (e si crede), non è come la peste nera, perché se è vero che non c’è un vaccino e che è ben più contagioso della nostra comune (e ben più conosciuta) influenza, dall’altra il numero dei guariti, che è tre volte superiore a quello dei deceduti, mostra che non solo è meno pericoloso di quello che si ritiene, ma a differenza della peste nera, che spesso non lasciava scampo, dopo poco tempo si guarisce e ci si ritrova con un sistema immunitario più forte rispetto a prima.

E, come dimostrato dagli scienziati e dai ricercatori, l’essere umano è stato capace di sopravvivere a incubi e pandemie peggiori del Coronavirus: basti pensare che il vaiolo, già conosciuto nell’Egitto dei faraoni, ha provocato nel corso della storia tra i 300 e i 500 milioni di morti e lasciato segni indelebili nei sopravvissuti.

Ecco quindi le 10 peggiori epidemie della storia che, oltre a mettere a dura prova il genere umano, si sono rivelate decisamente ben più letali e pericolose del Coronavirus che, stando alle ultime notizie, presto potrebbe avere i giorni contati.

Una società americana di biotecnologia ha infatti annunciato di aver sperimentato sull’uomo, con successo, il Remdesivir, un farmaco antivirale universale nato diversi anni fa per combattere malattie infettive come l’Ebola e il Mers-Cov, il cugino dell’attuale Covid 19.

1.Pandemia di AIDS/HIV

Una delle malattie più terribili che siano mai apparse nella storia dell’essere umano e della quale, ancora adesso, spesso si muore dopo pochi anni. E, a differenza del Covid 19, chi ne viene colpito non guarisce dopo pochi giorni.

Dal 1976, anno in cui venne identificata per la prima volta nella Repubblica Democratica del Congo, l’AIDS ha fatto più di 36 milioni di morti in tutto il mondo.

Tra il 2005 e il 2012, complici anche le campagne di prevenzione e lo sviluppo di nuovi farmaci, l’AIDS ha iniziato a far meno paura e i morti, per la prima volta, hanno toccato i minimi storici: da 2,2 milioni sono scesi a 1,6 milioni.

2.Influenza pandemica

Nel 1968 un’influenza di categoria 2, chiamata anche “Influenza di Hong Kong”, provocò un milione di morti.

Dal primo caso, riscontrato il 13 luglio 1968 a Hong Kong, passarono diciassette giorni prima che venissero segnalati focolai a Singapore e in Vietnam, mentre tre mesi dopo l’epidemia colpì anche le Filippine, l’India, l’Australia, l’Europa e gli Stati Uniti.

Il tasso di mortalità peraltro era molto basso (0,5%) e la maggior parte dei morti si registrò a Hong Kong, dove si era sviluppato il ceppo più aggressivo.

3.Influenza asiatica

Tra il 1956 e il 1958, in piena guerra fredda, in Cina si sviluppò un’influenza che, in due anni, viaggiò dalla provincia cinese di Guizhou a Singapore, fino ad arrivare a Hong Kong e negli Stati Uniti, provocando più di due milioni di morti.

Di questi, come rivelato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nei documenti di allora, 69mila furono registrati negli Stati Uniti.

4.Influenza pandemica

Tra il 1918, anno della fine della Prima Guerra Mondiale, e il 1920, il mondo venne scosso da uno scoppio molto inquietante di influenza, che non solo infettò più del terzo della popolazione mondiale, ma uccise 50 milioni di persone.

L’influenza, nota anche come spagnola perché il primo caso venne scoperto in Spagna, fece paura non solo per il numero elevato di decessi, ma anche perché, invece di anziani e bambini, colpì soprattutto i giovani adulti robusti e completamente sani.

I bambini, e in generale quelli che avevano un sistema immunitario già indebolito, vennero risparmiati.

5.Sesta pandemia di colera

La sesta pandemia di colera, come le cinque precedenti, iniziò in India (nel 1910), dove uccise più di 800mila persone, prima di diffondersi in Medio Oriente, nel Nord Africa, nell’Europa e orientale.

Gli americani, venuti a conoscenza dell’epidemia, cercarono e isolarono rapidamente gli infetti, tanto che alla fine della pandemia, nel 1911, vennero registrati soltanto 11 morti.

Nel 1923 i casi di colera erano già drasticamente ridotti, anche se era ancora una costante in India.

6.Influenza pandemica

Nota anche con il nome di influenza russa, venne osservata per la prima volta nel 1889 a Bukhara, in Canada e in Groenlandia.

Tuttavia la rapida crescita della popolazione, in particolare nelle aree urbane, contribuì a diffondere l’influenza e ben presto tutto il mondo ne fu contagiato.

È stata la prima grande influenza nell’era della batteriologia, con più di un milione di decessi, ma grazie ad essa gli scienziati poterono capire cosa fare in caso di influenza (e del Coronavirus) e iniziarono la ricerca ai vaccini.

7.Terza pandemia di colera

Considerata la più letale e violenta tra le sette pandemia di colera, la terza iniziò nel 1852 e si protrasse fino al 1860.

I primi casi vennero riscontrati lungo il delta del Gange, in India, prima che la terza pandemia di colera colpisse anche l’Asia, l’Europa, il Nord America e l’Africa, provocando più di un milione di morti.

John Snow, un medico inglese, mentre lavorava nella zona più povera di Londra riuscì ad identificare l’acqua contaminata come mezzo principale di trasmissione della malattia.

Per sfortuna, l’anno in cui fece questa scoperta, fu anche l’anno in cui la pandemia si mostrò in tutta la sua violenza, causando la morte di 23mila persone solo in Inghilterra.

8.Peste bubbonica (chiamata anche morte nera o peste nera)

Tra il 1346 e il 1353 l’Europa, come anche l’Asia e l’Africa, venne attraversata da un’epidemia di peste, che portò alla morte di oltre 200 milioni di persone.

La patologia, secondo quanto ipotizzato dagli storici, ebbe origine in Asia e, con ogni probabilità, si diffuse in tre continenti attraverso le pulci dei topi che vivevano a bordo delle navi mercantili.

All’epoca i porti erano le principali fonti di sostentamento dei centri urbani, ed erano anche il terreno perfetto per i ratti e le pulci, quindi la peste, in un periodo in cui la medicina non era avanzata come oggi, non ci mise molto tempo a devastare ben tre continenti.

9.Peste di Giustiniano

Poco conosciuta rispetto alla sua omonima del 1348, la peste di Giustiniano imperversò nell’impero bizantino, e nelle città portuali del Mediterraneo, dal 541 al 542 dopo Cristo.

La peste uccise più di 25 milioni di persone e, per un anno, instaurò il suo regno di terrore, uccidendo fino ad un quarto della popolazione del Mediterraneo orientale e devastando la città di Costantinopoli.

Le cronache dell’epoca riportano che, ai tempi, la peste di Giustiniano uccideva 5000 persone al giorno a Costantinopoli, quindi, in neanche un anno, la città più fiorente dell’impero bizantino si ritrovò con il 40% della popolazione in meno.

10.Peste antonina

Nota anche come peste di Galeno, la peste antonina fu un’antica pandemia che colpì l’Asia Minore, l’Egitto, la Grecia e l’Italia nel 165 dopo Cristo.

Gli storici ritengono che, più che peste, la peste antonina fu un’epidemia di morbillo, o di vaiolo, ma ancora oggi le sue cause rimangono sconosciute.

La peste antonina fu portata a Roma nel 165 dopo Cristo dai soldati di Antonio, di ritorno dalla Mesopotamia, che inconsapevolmente provocarono la morte di più di 5 milioni di persone e la decimazione di buona parte dell’esercito romano.

Di Francesca Orelli

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