L’Unione Europea: come funziona e la sua storia
L’Unione Europea è un organo commerciale e monetario unificato, formato da 27 Paesi Membri.
Scopo di questo organo è quello di eliminare tutti i controlli alle frontiere degli Stati Membri, consentendo così il libero flusso delle persone e delle merci, ad eccezione dei controlli a campione casuali effettuati per reati gravi e spaccio di droga.
L’Unione Europea si occupa anche di trasmettere tecnologie all’avanguardia a tutti i suoi membri. Le aree che ne beneficiano in particolar modo sono quella relativa alla salvaguardia dell’ambiente, quella della ricerca e dello sviluppo e quella dell’energia.
Gli appalti pubblici sono aperti agli offerenti di qualsiasi Paese Membro, inoltre qualsiasi prodotto fabbricato in un Paese che sia membro dell’Unione può essere venduto a qualsiasi altro membro senza tariffe o dazi.
Le tasse sono tutte standardizzate, mentre i professionisti che operano nel settore dei servizi, come la legge, la medicina, il turismo, le banche e le assicurazioni possono operare in tutti i Paesi membri.
Di conseguenza il costo dei biglietti aerei, come pure di Internet e delle telefonate, ha subito una riduzione molto importante.
Unione Europea: gli scopi che si prefigge
Oltre a quello di eliminare i controlli alle frontiere e di favorire il libero transito di persone e di merci, lo scopo cardine dell’Unione Europea è quello di essere più competitiva sul mercato globale e, nello stesso tempo, di bilanciare le esigenze dei suoi membri indipendenti, sia politici che fiscali.
Quali sono i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea
I Paesi che fanno parte dell’Unione Europea sono l’Austria, il Belgio, la Bulgaria, la Croazia, Cipro, la Repubblica Ceca, la Danimarca, l’Estonia, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Grecia, l’Ungheria, l’Italia, la Lettonia, la Lituania, il Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna e la Svezia.
L’Inghilterra, dopo l’ufficializzazione della Brexit, avvenuta il 31 gennaio 2020, non rientra più tra gli Stati Membri dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda l’Irlanda, che è a favore dell’Unione Europea, per il momento rimane ancora da chiarire se seguirà l’Inghilterra o se troverà un modo per rimanere comunque nel mercato unico.
Unione Europea: come viene governata
L’Unione Europea viene gestita da tre organi.
Il primo è il Consiglio dell’Unione Europea, che rappresenta i governi nazionali, mentre il Parlamento Europeo viene eletto dal popolo.
La Commissione Europea invece tutti i membri dello staff che lavorano per l’Unione. Compito di questo organo è quello di assicurarsi che tutti i membri agiscano coerentemente nelle politiche regionali, agricole e sociali.
Il contributo di 120 miliardi di euro, che viene versato su base annua da ciascuno Stato Membro, per finanziare l’Unione Europea.
Per quanto riguarda le leggi che regolano l’Unione Europea, esse sono racchiuse in una serie di trattati e di normative di supporto e vengono stabilite in questo modo:
- Il Consiglio dell’Unione Europea stabilisce le politiche da adottare e propone una nuova legge. La leadership politica, o presidenza dell’UE, viene detenuta da un leader diverso ogni sei mesi.
- Il Parlamento Europeo discute e approva le leggi proposte dal Consiglio. I suoi membri vengono eletti ogni cinque anni.
- La Commissione Europea dà il via all’esecuzione delle leggi. Jean-Claude Juncker è stato il presidente della Commissione fino al mese di ottobre 2019.
Unione Europea: moneta utilizzata negli Stati Membri
L’euro è la valuta comunemente utilizzata in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.
È la seconda moneta più usata e scambiata nel mondo dopo il dollaro statunitense e ha sostituito, tra gli altri, la lira italiana, il franco francese e il marco tedesco.
Il valore dell’euro è fluttuante, quindi non ha un tasso di cambio fisso. Come conseguenza di ciò gli operatori impiegati nei cambio valute stabiliscono il suo valore di giorno in giorno.
Il valore più ampiamente utilizzato è quello relativo al valore dell’euro con il dollaro USA.
Il dollaro americano, anche se in via non ufficiale, è considerata la valuta più importante a livello mondiale.
Unione Europea ed Eurozona: differenze
L’Eurozona è formata da tutti i Paesi che usano l’euro come valuta. Tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea, come da regolamento, sono tenuti ad adottare l’euro come valuta, ma nei fatti solo 19 di essi lo hanno fatto.
Tra questi troviamo l’Austria, il Belgio, Cipro, l’Estonia, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Grecia, l’Irlanda, l’Italia, la Lettonia, la Lituania, il Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Slovacchia, la Slovenia e la Spagna.
L’Eurozona è stata creata nel 2005.
La Banca Centrale Europea è la principale banca dell’Unione Europea. Questo organo si occupa di stabilire la politica monetaria da adottare e di gestire i tassi sui prestiti bancari e sulle riserve valutarie.
In genere il tasso di inflazione adottato è inferiore al 2%.
L’Area Schengen: cos’è?
Lo spazio Schengen garantisce la libera circolazione a coloro che risiedono legalmente all’interno dei suoi confini.
I residenti e i visitatori possono attraversare i confini senza richiedere visti o mostrare il proprio passaporto.
In totale ci sono 26 nazioni che fanno parte dell’area Schengen.
Tra queste troviamo l’Austria, il Belgio, la Repubblica Ceca, la Danimarca, l’Estonia, la Finlandia, la Francia, la Germania, la Grecia, l’Ungheria, l’Islanda, l’Italia, la Lettonia, il Liechtenstein, la Litunia, il Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Polonia, il Portogallo, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna, la Svezia e la Svizzera.
L’Inghilterra e l’Irlanda, questo già prima dell’accoglienza della Brexit, avevano declinato l’invito a far parte dell’area Schengen.
La Svizzera, come pure la Norvegia e il Liechtenstein, pur non essendo membri dell’Unione Europea, hanno scelto di entrare nello spazio Schengen.
Tre territori, in quanto membri speciali dell’Unione Europea, fanno parte dello spazio Schengen: le Azzorre, Madera e le Isole Canarie.
Tre Paesi invece hanno i confini aperti con l’area Schengen: sono il principato di Monaco, lo stato di San Marino e la città del Vaticano.
Storia dell’Unione Europea: come è nata e i primi passi
La storia dell’Unione Europea, al contrario di quello che si crede, inizia nel 1950, quando il concetto di area commerciale europea fu istituito per la prima volta.
La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, così com’era originariamente chiamata, comprendeva i sei membri fondatori: il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi e il Lussemburgo.
Nel 1957, con il Trattato di Roma, venne istituito il mercato comune. Ciò portò non solo all’eliminazione dei dazi doganali, avvenuta nel 1968, ma anche alla messa in atto delle politiche standard che sono adottate ancora oggi, come quella relativa al commercio e all’agricoltura.
Nel 1973 la CECA accolse anche Danimarca, Irlanda e Inghilterra, mentre nel 1979 creò il suo primo Parlamento.
La Grecia aderì alla CECA nel 1981, sette anni dopo la fine della dittatura dei colonnelli, seguita nel 1986 dalla Spagna e dal Portogallo.
Nel 1993 il Trattato di Maastricht istituì il mercato comune dell’Unione Europea. Due anni dopo, nel 1995, alla neonata Unione Europea si aggiunsero anche Austria, Svezia e Finlandia.
Nel 2004, con l’arrivo dell’euro, aderirono anche Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.
Nel 2009 il Trattato di Lisbona aumentò i poteri del Parlamento Europeo e conferì all’Unione Europea l’autorità legale di negoziare e di firmare i trattati internazionali.
Ciò incrementò non solo i poteri dell’Unione Europea, ma le diede anche la possibilità di avere l’ultima parola in merito al controllo delle frontiere, all’immigrazione, alla cooperazione giudiziaria civile e penale e alla cooperazione di polizia.
Venne peraltro abbandonata l’idea di una Costituzione Europea Unica. La legge europea quindi è ancora stabilita dai trattati internazionali.
Unione Europea: economia
La struttura commerciale dell’Unione Europea ha contribuito a renderla la seconda economia più grande del mondo dopo la Cina.
Nel 2018 il suo prodotto interno lordo era di 22 trilioni di dollari, mentre quello della Cina era di 25,3 trillioni di dollari.
Queste misurazioni utilizzano la parità del potere di acquisto per tenere conto della discrepanza tra il tenore di vita di ciascun paese.
Gli Stati Uniti erano terzi, con 20,5 trillioni di dollari, come riportato dalle fonti del Fondo Monetario Internazionale.
Tuttavia c’è da dire che questo successo dell’Unione Europea non è distribuito in modo uniforme.
L’Italia, la Grecia e Cipro hanno infatti livelli elevati di debito pubblico e privato, compresi i crediti inesigibili.
L’Italia inoltre ha un tasso di disoccupazione molto alto, mentre la Francia, per contro, soffre di bassa produttività. La Germania invece può contare su un grande surplus commerciale.
Molti Paesi, attualmente, necessitano ancora di riforme nei loro sistemi pensionistici e nei loro mercati del lavoro.
Unione Europea: gli eventi più importanti
- Il 23 giugno 2016 l’Inghilterra votò per lasciare l’Unione Europea. Il 31 gennaio 2020, dopo quattro anni di negoziazioni, gli inglesi hanno potuto lasciare l’Unione Europea. Alcuni Paesi Membri dell’Unione Europea, subito dopo l’esito positivo del voto, avevano chiesto un ritiro anticipato dell’Inghilterra. L’incertezza generale ha frenato la crescita del business per le aziende che operano in Europa.
- Le società statunitensi sono i maggiori investitori in Inghilterra. A partire dal 2016, gli Stati Uniti hanno investito 588 miliardi di dollari nel Regno Unito, in quanto le compagnie inglesi impiegano oltre un milione di persone negli Stati Uniti. Gli investimenti dell’Inghilterra negli Stati Uniti sono allo stesso livello. Ciò ha portato alla creazione di 2 milioni di nuovi posti di lavoro in Inghilterra e negli Stati Uniti. Tuttavia, ad oggi, non si sa ancora esattamente quanti cittadini americani siano impiegati nel Regno Unito.
- Cosa ha causato la Brexit? Molte persone nel Regno Unito, come pure in altre nazioni dell’Unione Europea (tra le quali l’Italia), erano preoccupate per la libera circolazione di immigrati e di rifugiati. Agli inglesi inoltre non piacevano i vincoli di bilancio, né tanto meno i regolamenti imposti dall’Unione Europea. Gli inglesi infatti volevano godere dei benefici della libera circolazione e degli scambi, ma non i costi.
- Crisi dell’immigrazione: nel 2015, 1,2 milioni di rifugiati provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente attraversarono i confini dell’Europa. La Vigilia di Capodanno del 2016, bande organizzate di giovani rifugiati derubarono, ferirono e aggredirono sessualmente 1200 persone a Colonia, in Germania, la maggior parte delle quali erano donne. Come conseguenza molti paesi dell’Unione Europea, malgrado gli inviti alla calma e le manifestazioni a favore della libera circolazione e dei rifugiati, sigillarono i loro confini, bloccando così 8000 immigrati in Grecia. L’Unione Europea firmò poi un accordo con la Turchia: questo accordo prevede che la Turchia riprenda tutti i rifugiati che raggiungono la Grecia in cambio di un pagamento da parte dell’Unione Europea di 6 miliardi di euro. Durante le elezioni di settembre 2017, l’opposizione ai rifugiati costò la maggioranza al partito di Angela Merkel nel governo tedesco. L’immigrazione non controllata è il motivo per cui la maggioranza del Regno Unito ha votato a favore della Brexit.
- Crisi del debito greco: nel 2011 la crisi del debito greco minacciò il concetto stesso dell’Eurozona, arrivando ad innescare quasi una crisi di proporzioni eguali in Italia, in Portogallo, in Spagna e in Irlanda. I leader dell’Unione Europea, per calmare le acque, rassicurarono gli investitori, dicendo che avrebbero provveduto a risolvere i debiti degli Stati Membri. Nello stesso tempo, questo per evitare una crisi generale, imposero misure di austerità per limitare le spese dei Paesi. I leader dell’Unione Europea volevano infatti che tutti i membri onorassero i limiti di debito imposti dai requisiti del Trattato di Maastricht.
Di Francesca Orelli
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