Il caso Dred Scott: la miccia che scatenò la Guerra di Secessione
Il caso Dred Scott, conosciuto anche come Dred Scott VS Sanford, fu una lotta decennale per la libertà condotta da uno schiavo nero di nome Dred Scott.
Il caso è passato in diversi tribunali e, alla fine, ha raggiunto anche la Corte Suprema degli Stati Uniti, la cui decisione non solo scatenò la rabbia degli abolizionisti, ma diede slancio al movimento contro la schiavitù e fu anche il trampolino di lancio che scatenò il conflitto tra nordisti e sudisti, entrato nella storia come Guerra di Secessione Americana.
Chi era Dred Scott?
Dred Scott era uno schiavo, figlio di schiavi, che nacque intorno al 1799 nella contea di Southampton, in Virginia.
Nel 1818 si trasferì con il suo padrone, Peter Blow, in Alabama, dopodiché nel 1830 si spostò nella città di Saint Louis, in Missouri, dove Peter gestiva una pensione. Entrambi gli Stati – Alabama e Missouri – erano a favore della schiavitù.
Dopo la morte di Blow, avvenuta nel 1832, il chirurgo dell’esercito, il dottor John Emerson, acquistò Scott e lo portò con sé nell’Illinois, uno stato libero, poi a Fort Snelling, nel territorio del Wisconsin, dove il Compromesso del Missouri aveva dichiarato fuorilegge la schiavitù.
Lì Scott sposò Harriet Robinson, anch’essa schiava, in una delle rare cerimonie civili che avvenivano a quei tempi. Il proprietario di Harriet, con quell’unione, trasferì i beni della donna ad Emerson.
Alla fine del 1837 Emerson tornò a Saint Louis, ma lasciò dietro di sé Dred e Harriet Scott. Emerson si trasferì quindi in Louisiana, uno stato schiavista, dove conobbe e sposò Eliza (Irene) Sanford nel febbraio del 1838. Dred Scott si unì presto a loro.
Nell’ottobre del 1838 Emerson, sua moglie e i loro schiavi tornarono nel Wisconsin. Tuttavia, dopo che l’esercito diede ufficialmente le dimissioni ad Emerson, nel 1842, lui ed Eliza tornarono a Saint Louis con Scott e la sua famiglia (che adesso includeva due figlie), ma lottarono per avere successo e, non riuscendo a raggiungerlo, si spostarono nello Iowa.
John Emerson morì improvvisamente nel 1843 nello Iowa e i suoi schiavi diventarono proprietà di Eliza. La donna tornò a Saint Louis per stare vicina al padre e portò con sé Scott e la sua famiglia.
Scott aveva già provato diverse volte ad acquistare la libertà dalla moglie del chirurgo, ma lei gliela aveva sempre negata.
Dred Scott VS Sanford
Nell’aprile del 1846 Dred e Harriet Scott tentarono due cause separate per la libertà presso la Corte del Circuito di Saint Louis contro Eliza Sanford (vedova Emerson) sulla base di due statuti vigenti nel Missouri.
Uno statuto consentiva a qualsiasi persona, di qualsiasi colore, di intentare una causa per schiavitù illegale. L’altro invece affermava che, qualsiasi persona portata in un territorio libero, sarebbe diventata automaticamente libera e non poteva essere fatta tornare schiava al suo ritorno in uno stato schiavista.
Né Dred né Harriett Scott sapevano leggere e scrivere e avevano bisogno di supporto logistico e finanziario per perorare la loro causa.
Riuscirono a riceverlo dalla chiesa, dagli abolizionisti e, anche se mancano fonti che lo testimoniano, anche dai Blow, la famiglia che li aveva posseduti una volta.
Dato che erano vissuti per un po’ di tempo nell’Illinois e nel Wisconsin – entrambi stati abolizionisti – Dred e Harriet Scott speravano che il loro caso andasse a buon fine.
Tuttavia, quando si tenne il 30 giugno 1847 si tenne il processo, la corte si pronunciò contro di loro a causa di un tecnicismo. Il giudice però concesse loro un nuovo processo.
Gli Scott andarono di nuovo a processo nel gennaio del 1850 e riuscirono ad ottenere la libertà. Eliza Sanford però, non volendo darsi per vinta, fece un appello alla Corte Suprema del Missouri, che nel 1852 ribaltò la decisione della corte inferiore, rendendo di nuovo Dred Scott e la sua famiglia schiavi.
Nel novembre del 1853 Dred Scott intento una causa federale presso la Corte Suprema degli Stati Uniti. Il processo iniziò l’11 febbraio 1856.
A questo punto il caso aveva acquistato notorietà e Scott ricevette l’appoggio di numerosi abolizionisti, tra i quali si trovavano anche politici molto potenti e avvocati di alto profilo.
Il 6 marzo 1857 però, a causa di una decisione famigerata di Roger Taney, Dred Scott perse di nuovo la sua battaglia per la libertà.
Roger Taney: chi era e come (involontariamente) provocò la Guerra di Secessione Americana
Roger Taney era nato in una famiglia dell’aristocrazia meridionale ed era diventato il quinto giudice supremo della Corte Suprema degli Stati Uniti.
In quanto cattolico romano, Taney non sosteneva la schiavitù e, prima di unirsi alla Corte Suprema, aveva liberato tutti gli schiavi che aveva ereditato dai suoi genitori.
Tuttavia, per contro, sosteneva fortemente i diritti di ciascuno stato americano.
Taney diventò suo malgrado famoso per aver scritto il verdetto finale del caso Dred Scott VS Sanford, in cui diceva che tutte le persone di origine africana, indipendentemente che fossero libere o schiave, non erano cittadine degli Stati Uniti e quindi non avevano il diritto di adire in un tribunale federale.
Inoltre aggiunse che il quinto emendamento proteggeva i diritti dei proprietari di schiavi, perché gli schiavi erano, di fatto, una loro proprietà legale.
La sua decisione sosteneva anche che la legislazione sul Compromesso del Missouri – approvata per bilanciare il potere tra stati abolizionisti e stati schiavisti – era incostituzionale.
Nei fatti ciò significava che il Congresso non aveva il potere di impedire la diffusione della schiavitù.
Nonostante il disprezzo di Taney per la schiavitù e il suo lungo mandato come giudice presso la Corte Suprema, la gente lo fischiò per il ruolo sostenuto nella decisione del caso Dred Scott.
Ironia della storia, Taney assistette, nel 1861, all’insediamento di Abramo Lincoln come presidente degli Stati Uniti, che passò alla storia come l’uomo che mise fine alla schiavitù negli Stati Uniti.
Dred Scott ottiene la sua libertà
Quando la Corte Suprema degli Stati Uniti emise la sua decisione su Dred Scott, non solo si verificò un’ondata di rabbia tra gli abolizionisti, ma in più i movimenti anti schiavitù si diffusero a macchia d’olio e, pochi anni dopo, le differenze di pensiero sfociarono nella Guerra di Secessione Americana.
La guerra venne vinta dai nordisti, ovvero gli stati che aborrivano la schiavitù, e si concluse non solo con la disfatta e l’impoverimento degli stati sudisti, ma anche con l’emanazione del XIII emendamento ad opera di Lincoln, che di fatto decretò la fine della schiavitù.
Tornando a Dred Scott, quando il giudice si pronunciò a suo favore, Eliza Sanford si era sposata con Calvin Chaffee, membro del Congresso degli Stati Uniti e noto abolizionista.
Quando Chaffee apprese che la moglie possedeva ancora lo schiavo più chiacchierato di tutti gli Stati Uniti, sconvolto, vendette Scott e la sua famiglia a Taylor Blow, figlio di Peter Blow, il proprietario originale di Scott.
Taylor liberò Dred Scott e la sua famiglia il 26 maggio 1857. Scott, subito dopo aver ottenuto la libertà, trovò lavoro come facchino in un hotel di Saint Louis, ma non visse a lungo come uomo libero.
Il 17 settembre 1858, a circa 59 anni, morì di tubercolosi, una malattia dei polmoni che non lasciava scampo e per la quale non esistevano ancora cure efficaci.
Di Francesca Orelli