La dicotomia tra cognizione ed emozione è una delle più rappresentate e analizzate nella storia. Dalla filosofia all’arte, fino poi alle scienze moderne, i più grandi pensatori si sono interrogati sulla relazione tra le capacità di raziocinio e i sentimenti.
Le più recenti ricerche in ambito psicologico, in ogni caso, hanno sottolineato come sia impossibile, nelle scelte che compiamo tutti i giorni, dividere davvero la componente cognitiva da quella affettiva.
Alla base delle decisioni, infatti, sarebbe presente una continua e reciproca influenza dei processi top-down (pensiero esecutivo, consapevole, razionale e verbalizzabile) e quelli bottom-up (automatici, emotivamente carichi, associativi, inseriti nell’esperienza immediata e connessi con la sensorialità corporea).
E se sembra assodato, ad oggi, che anche le scelte razionali sono influenzate dall’emotività, più difficile è comprendere se anche nel provare un’emozione giochi comunque un ruolo importante la cognizione.
A tal proposito è utile considerare il lavoro del 2000 di Gerald Clore ed Andrew Ortony, secondo i quali è possibile considerare 4 componenti dell’emozione:
- Soggettiva-esperenziale: il sentimento soggettivo di chi prova l’emozione
- Somatica: attivazione del Sistema Nervoso Autonomo con effetti muscolari e scheletrici
- Motivazionale-comportamentale: determina l’inclinazione ad agire
- Cognitiva (appraisal): rappresentazione del significato personale che può essere conscia o insconscia
I due ricercatori ritengono la componente cognitiva come una parte fondamentale dell’emozione. A tal proposito formulano 10 proposte, in grado di ricapitolare come l’interazione tra cognizione ed emozione sia necessaria per esperire quest’ultima.
- L’appraisal è una costituente dell’emozione, ed è quindi necessaria affinchè questa si verifichi.
- Le emozioni sono stati affettivi con un oggetto specifico, poiché (a differenza di altri stati come gli umori) riguardano sempre qualcosa.
- Ci sono due tipologie di appraisal, che può essere cognitivo (top-down), oppure costruito sulla base di una serie di interpretazioni del mondo percepito (bottom-up).
- Queste due modalità di appraisal sono inerenti a due tipi di categorizzazione: basata sui prototipi e basate sulla teoria.
- Le due modalità di categorizzazione (e di appraisal) sono governate da due forme di ragionamento: associativo (somiglianze superficiali) e basate su regole (strutture simboliche).
- Le due modalità si traducono anche in due modalità comportamentali diverse: flessibilità e preparedness.
- Il fatto che alcune componenti delle emozioni possano essere attivate prima della consapevolezza non è necessariamente in conflitto con un approccio di tipo cognitivo.
- La differenza tra ricordare consapevolmente e inconsapevolmente un’emozione sta nella presenza o meno della memoria episodica, ma se non si ricorda l’esatto contesto di un apprendimento non vuol dire che la cognizione non sia implicata in quel processo.
- Emozioni automatiche, condizionate, imitate e ripristinate sono tutte manifestazioni di appraisal ripristinati grazie al significato che diamo agli eventi (e quindi dalla cognizione).
- Le manifestazioni degli appraisals sono difficili da descrivere, ma possono essere comunicate dal significato connotativo (il modo in cui ci esprimiamo su un argomento che denota l’atteggiamento positivo o negativo che abbiamo verso di esso).
Gli autori, quindi, si dedicano ad una delle domande che da sempre ha infiammato il dibattito su ragionamento ed emozione: in quali casi la cognizione è implicata nel provare un’emozione? La risposta, secondo Clore e Ortony, non potrebbe essere più semplice: sempre.
Cognizione ed emozione sono inseparabili, e rappresentano due facce senza le quali sembra impossibile poter assaporare a pieno il mondo.