Il costrutto di euristica viene utilizzato, in ambito psicologico, per descrivere quelle che vengono concettualizzate come “scorciatoie cognitive”.
Anche questa capacità dell’essere umano, come tante altre, ha una base adattiva, poiché attraverso le euristiche siamo in grado di farci un’idea di quello che accade intorno a noi senza che ciò implichi eccessivo tempo e sforzo. La presa rapida di decisioni, infatti, ha sempre costituito un elemento di vitale importanza per la sopravvivenza umana.
Ma le euristiche nascondono anche delle precise controindicazioni. Se è vero che queste scorciatoie ci permettono di pensare e agire in maniera rapida quando la situazione lo richiede, allo stesso modo bisogna sempre tenere a mente come queste siano basate su pregiudizi e ideologie, le quali spesso prendono il sopravvento sull’effettiva realtà dei fatti.
Nell’ambito della psicologia sociale, sono state annoverate 4 tipologie di euristiche. Descriveremo qui le prime due:
Euristica della disponibilità: tendiamo a giudicare la frequenza di un evento sulla base della facilità con la quale siamo in grado di immaginare o ricordarne esempi. In sostanza, riteniamo che un evento sia più o meno probabile in base a quanto siamo in grado di ricordarlo.
E’ evidente come la nostra memoria possa essere soggetta ad una serie di fattori che possono influenzare i ricordi che custodiamo. In particolare, uno studio condotto da Kahneman e Tversky ha dimostrato come le persone giudichino più frequenti gli stimoli più rilevanti o familiari.
I due autori avevano stilato due liste contenenti nomi di personaggi famosi. La prima era composta da 19 nomi di donne famose e 20 nomi di uomini noti (lista A), mentre la seconda da 20 nomi di donne note e 19 di uomini famosi (lista B)
Nel primo caso, i soggetti giudicavano più frequenti i nomi di donne (più famose) nonostante queste fossero di meno. Nel secondo caso, i soggetti credevano che fossero più frequenti i nomi di uomini (più famosi) nonostante questi fossero in realtà di numero inferiore.
Euristica dell’ancoraggio: se qualcuno esprime un’opinione prima di noi, inevitabilmente influenza il nostro giudizio. Una valutazione, anche da parte di una persona disinformata, può giocare un ruolo importante nella nostra successiva analisi.
Un altro studio di Kahneman e Tversky proponeva ai soggetti una domanda su quanti fossero i paesi africani presenti all’ONU. A seconda dell’ancoraggio dichiarato da un complice (10% o 65%), i soggetti riportavano una stima media rispettivamente del 25% e del 45%, non svincolandosi mai più di tanto dal dato di partenza.
Era evidente, attraverso i risultati dell’esperimento, come la prima stima influenzasse sistematicamente la successiva dichiarazione dei soggetti.
É questo, quindi, un altro esempio tipico di scorciatoia mentale, attraverso la quale gli individui gestiscono le scelte immediate, sacrificando la propria accuratezza in virtù di un risparmio di tempo e di energie.
di Daniele Sasso
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