Gli esseri umani hanno cominciato a dominare il pianeta ben prima di quanto si pensava (II parte)
L’HYDE, neanche a dirlo, ha stimato che gli esseri umani hanno cominciato ad alterare il pianeta soltanto in tempi più recenti. Forse dobbiamo tornare a pensare che i primi uomini pensavano al proprio orto e rispettavano la natura, che non di rado vedevano come una divinità e una madre?
Neanche per idea, perché la persona che ha sviluppato il database fin dai suoi esordi, Kees Klein Goldewijk dell’Università di Utrecht, ha partecipato anche in prima persona alla stesura della mappa globale e del report insieme agli archeologi.
Il motivo di questa scelta, come dichiarato da lui stesso, è che tutti ormai conoscono i grandi limiti dell’HYDE. È un modello che progetta e fa stime nel passato, ma nello stesso modo in cui i modelli del cambiamento climatico di oggi fanno previsioni sugli eventi del futuro.
Dati concreti alla mano, i cambiamenti storici più recenti e come hanno influito sulle popolazioni, vengono utilizzati per predire il passato, quindi per parlare, e per ipotizzare quello che una civiltà può aver fatto al pianeta nel passato.
L’uso di questo metodo è ormai consolidato e può fornirci risorse da utilizzare per le ricerche, ma per quanto riguarda la raccolta e il raggruppamento di dati empirici provenienti dall’archeologia, dalla paleoecologia, dalla geografia e così via, per lui risulta già impossibile.
Si tratta peraltro di un problema comune, anche se con le tecnologie del giorno d’oggi, dovremmo conoscere meglio il passato più di quanto conosciamo il futuro, eppure non ne siamo ancora in grado.
Il nuovo report, così come la mappa, rappresenta quindi un tentativo estremo per rimediare alla situazione. È ancora lontano da quello definitivo, ma se non altro, rappresenta un primo passo.
Il documento, oltre ad un tentativo estremo, rappresenta anche un bel cambiamento per l’archeologia, perché fino a non poco tempo fa gli archeologi erano impossibilitati a presentare i loro dati in una forma utile per gli scienziati che si occupano del cambiamento climatico e ambientale del nostro pianeta.
Di Francesca Orelli