Due camere sepolcrali risalenti all’ultimo periodo miceneo (1400-1200 avanti Cristo), secondo quanto riportato dal Greek Reporter, sono state scoperte all’interno del complesso funerario di Aidonia, che è situata vicina alla città antica di Nemea, nella Grecia meridionale.
Una delle due camere, entrambe scavate nella roccia, aveva ancora il tetto intatto e, dentro le sue mura, gli archeologi hanno rinvenuto 14 corpi che sono stati spostati da altri siti funebri, in aggiunta alle due sepolture originali, che risultavano ancora complete.
Il tetto della seconda camera sepolcrale, che conteneva tre scheletri, è crollato. All’interno delle due costruzioni sono stati trovati vasi di tutti i tipi, figurine e altri piccoli artefatti, come bottoni.
Micenei: come seppellivano i loro defunti?
A differenza dei Minoici, che avevano un rito funebre molto complesso e che prevedeva la sepoltura dei resti cremati del defunto in una specie di cesto chiamato larnax, che veniva poi posto in una tomba comune (le sepolture singole erano molto rare), i Micenei erano molto più pratici, quindi non c’è da stupirsi se il loro rito funebre sia stato ancora utilizzato dai greci e, alcuni rimandi, si trovano ancora oggi nel rito cattolico odierno.
Il defunto, dopo essere stato composto in posizione orizzontale, veniva accompagnato in processione verso il luogo del riposo finale, che poteva essere una tomba singola o una sepoltura di famiglia.
La processione veniva accompagnata da lamenti e da pianti rivolti verso la bara, che veniva posta nella tomba insieme a gioielli, armi e persino stoviglie.
Il rito funebre terminava probabilmente con un banchetto o con una libagione, perché in alcune tombe micenee è stato trovato cibo e bicchieri rotti.
I Micenei praticavano la seconda sepoltura, che consisteva nella riesumazione del defunto e dei suoi effetti personali e nella sua successiva risepoltura in un altro luogo per far spazio nella prima tomba.
I cimiteri micenei si trovavano vicino ai centri popolati e, in genere, racchiudevano sia tombe singole, che di solito appartenevano a persone di condizione modesta, sia camere sepolcrali di famiglia, in cui venivano posti i nobili e le persone benestanti.
Di Francesca Orelli
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