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Primo trapianto di cornea ricavata da cellule staminali: la speranza viene dal Giappone

Malattie congenite, traumi, infezioni: sono diversi i casi in cui si rende necessario un trapianto di cornea per restituire o migliorare la vista a un paziente. I problemi che colpiscono la cornea rappresentano la seconda causa di cecità a livello mondiale dopo la cataratta, e non vi è al momento altra soluzione per risolvere o alleviare il danno.
Naturalmente un grande ostacolo consiste nella possibilità di ricevere cornee per il trapianto solo da donatori deceduti, ma una tecnica messa a punto in Giappone potrebbe dare un svolta al settore: l’oftalmoligo Kohji Nishida ha infatti operato una paziente quarantenne trapiantando una cornea ricavata da “fogli” di cellule staminali riprogrammate.

Quando si cominciò a parlare dell’utilizzo delle cellule staminali come possibile cura per svariate patologie sorsero problemi di natura etica legati alla provenienza da embrioni umani delle cellule stesse. Oggi è tuttavia possibile ricorrere a donatori adulti, come in questo caso: cellule epidermiche (quindi, della pelle) riprogrammate in modo da indurre uno stato identico a quello delle cellule staminali originarie e in grado quindi di ri-specializzarsi nel nuovo compito assegnato, in questo caso tessuto corneale. La scoperta di queste cellule iPS (cellule dalla pluripotenza indotta) valse nel 2012 l’assegnazione del premio Nobel per la medicina al dottor Shinya Yamanaka ed è già stata sperimentata con successo per il trattamento di traumi al midollo spinale, per la malattia di Parkinson e altri problemi oculistici.

Il ministero della sanità giapponese ha dato il via libera, dopo il necessario percorso di ricerca, al trattamento di quattro pazienti. Il dottor Nishida confida, a fronte dei risultati incoraggianti, che la tecnica messa a punto dal suo team potrà essere disponibile per tutti entro cinque anni.

Di Corrado Festa Bianchet

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