22 Novembre 2024
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Un forte antico, risalente all’Età del Ferro e occupato in seguito dai romani, poi usato come difesa durante la Seconda Guerra Mondiale e, successivamente, anche come campo da golf, è sul punto di soccombere al suo nemico più temibile: l’acqua.

Il sito, che ha più di 2000 anni, si sta arrendendo all’avanzata del mare, spingendo gli archeologi ad una vera e propria corsa contro il tempo nel tentativo di decifrare tutti i suoi misteri prima che sia troppo tardi.

Dinas Dillne, questo il nome del forte, è situato vicino a Caernarfon, nel Galles del nord. Edificato durante l’Età del Ferro, il sito venne poi occupato dai romani ai tempi della conquista della Britannia.

Il terreno che si trova nelle sue vicinanze, a causa della forza delle onde, si sta erodendo rapidamente, quindi presto, anche se gli studiosi non sanno ancora dire quando, il sito crollerà del tutto in mare, andando perso per sempre.

Attualmente a Dinas Dillne, che è di proprietà del National Trust, è in corso uno scavo, che secondo le prime stime dovrebbe terminare martedì 27 agosto 2019.

Il forte è stato costruito su un’insolita collina, formata da sedimenti glaciali andati alla deriva, e si affaccia sul mare e sulla pianura costiera del Caernarfonshire.

Durante la Seconda Guerra Mondiale venne utilizzato anche come posto di osservazione e come magazzino per le munizioni e, in tempi recenti, è stato usato anche come campo da golf.

Secondo gli archeologi della Royal Commission of the Ancient and Historical Monuments of Wales, che sta conducendo i lavori sul sito con i finanziamenti dell’Unione Europea, il forte in origine era interamente chiuso sui lati, ma la maggior parte delle difese poste sulla parte occidentale sono già finite in mare.

Usando la mappatura di Ordnance Survey, gli archeologi hanno calcolato che, dal 1900, sono stati già persi tra i 20 e i 40 metri del lato occidentale del forte.

I depositi di torba, trovati ai piedi della collina, hanno permesso agli studiosi di stimare che, 4000 anni fa, il mare si trovava ad un chilometro di distanza.

A febbraio 2019 sono stati però osservati livelli più alti di erosione anche sull’estremità meridionale del forte, dove tra l’altro negli ultimi mesi sono avvenuti dei crolli importanti.

Di Francesca Orelli

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