Nell’eterno tentativo della psicologia di spiegare il comportamento, il conformismo gioca sicuramente un ruolo più che rilevante. Sono diverse le condizioni sociali nelle quali gli individui sottomettono, anche inconsapevolmente, il proprio giudizio a quello della maggioranza.
La tendenza a conformarsi con le idee del resto del proprio gruppo è definibile come una propensione ad approvare l’opinione altrui, modificando il proprio atteggiamento e comportamento. Spesso ci troviamo in situazioni nelle quali il pensiero dominante ci influenza, e la nostra visione dei fatti viene sommersa da quella degli altri.
In particolare, Muzafer Sherif ha provato a studiare l’influenza della maggioranza in condizioni ambigue; questo analizzando quegli elementi che inducono gli individui a resistere o a conformarsi alle pressioni del gruppo nel momento in cui è difficile trovare una risposta netta alla domanda che ci stiamo ponendo.
L’esperimento messo in atto prevedeva che i partecipanti fossero collocati in una stanza buia. Veniva quindi chiesto di fissare un piccolo punto luminoso a circa 4 metri e mezzo di distanza. In seguito i partecipanti avevano il compito di stimare quanto il punto di luce si fosse spostato rispetto alla posizione di partenza. Questa fase avveniva prima davanti agli altri membri del gruppo, e in seguito singolarmente.
Il compito, però, si basava su un inganno visivo definito come effetto autocinetico: nella realtà dei fatti la luce non si spostava di un millimetro, ma il fatto che venisse posta la domanda sul movimento della luce induceva i soggetti a credere che uno spostamento fosse presente.
Nella prima sessione sperimentale, i soggetti percepivano e dichiaravano movimenti quantitativamente diversi. Dal secondo al quarto giorno, però, i partecipanti concordavano una stessa stima del movimento della luce, conformandosi pian piano alla tendenza del gruppo.
Per Sherif i risultati del test sperimentale mostravano come, anche all’interno di una società, potessero svilupparsi delle norme sociali, le quali rappresentavano un punto di riferimento per le persone coinvolte.
Quando i giudizi dei partecipanti tendevano a convergere verso una stima comune del movimento apparente, di fatto stava emergendo una norma di gruppo. Infatti, posti di nuovo di fronte alla luce individualmente, le risposte si mantenevano coerenti con la norma che il gruppo aveva deciso di seguire, e che era stata quindi interiorizzata dai singoli membri.
La convergenza verso una stima comune in questo caso non dipendeva tanto dalla tendenza a compiacere gli altri, ma dal fatto che il giudizio del resto del gruppo diventava una fonte di informazione in una situazione ambigua.
È possibile quindi definire il concetto di influenza informativa: quando ci troviamo in situazioni ambigue, utilizziamo i giudizi e i comportamenti degli altri come fonte di informazioni che ci permettano di venire a capo della faccenda.
di Daniele Sasso
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