21 Novembre 2024
circe ulisse

Ulisse, noto anche nelle versioni di greco come Odisseo, impiegò ben vent’anni (anche se alcuni parlano di dieci) per ritornare a Itaca e per riabbracciare anche Penelope, la sua moglie devota, che per tenere a bada i Proci, ovvero i suoi agguerriti pretendenti, tesseva la tela di giorno per poi disfarla durante la notte (fino a quando non venne scoperta).

Ulisse però, che stava tornando dalla guerra di Troia (vinta grazie al suo “devastante” cavallo di legno), durante le sue peregrinazioni, come ci viene raccontato anche da Omero, non è mai stato quell’esempio di fedeltà che Penelope si sarebbe aspettata e che, in un certo senso, avrebbe anche meritato.

Come non dimenticare, per esempio, la sua cotta per Nausicaa, principessa dei Feaci, i sette anni trascorsi presso la ninfa Calypso, che gli diede non solo due figli, ma gli offrì persino l’immortalità, e ancora di più, l’intensa storia d’amore con la maga Circe, dalla quale ebbe un altro figlio, Telegono, e dalla quale, non fosse stato per gli inviti dei compagni a proseguire il viaggio, sarebbe sicuramente rimasto per sempre in barba ad Itaca e a Penelope?

Circe, il Circeo e il suo legame con l’Italia

Il Monte Circeo, o Capo Circeo, si trova qui da noi in Italia e a 97 chilometri da Roma. Questo promontorio, che spesso quasi inosservato, segna anche il confine sud occidentale delle ex Paludi Pontine.

Questo monte, neanche a dirlo, prende il nome proprio da Circe, talvolta descritta come maga, talvolta descritta come dea e figlia di Elio, il dio primordiale del sole, che Omero descrisse non solo come un’abile tentatrice, ma anche come una donna in grado di trasformare gli uomini in maiali.

Nel profondo di questa penisola montana, più precisamente lungo la costa frastagliata, pare che adesso i ricercatori siano riusciti a ritrovare la sua grotta.

Sulla base degli indizi ricavati dal libro del 1972, Circe, scritto dallo storico italiano Tommaso Lanzuisi, a maggio 2019 alcuni scienziati dell’Associazione per la ricerca speleo-archeologica della Roma Sotterranea si sono lanciati in una spedizione oceanica all’interno della grotta di Torre Paola.

Le loro scoperte sono apparse di recente in un nuovo studio e, tra queste, pare che ci sia anche la grotta che ha ispirato il mito di Omero.

Il racconto della spedizione nella grotta di Circe, la maga dell’Odissea

Dopo essere entrati con i kayak in quella che avrebbe potuto essere la grotta mistica di Circe, i ricercatori hanno assicurato le loro imbarcazioni, poi sono saliti sulla parete della caverna con delle corde.

Marco Placido, uno degli esploratori, ha dichiarato che la cava sembra essere profonda soltanto 10 metri, ma al suo interno celava una sorpresa:

“Le caratteristiche della Grotta di Spalato di Torre Paola corrispondevano perfettamente ai riferimenti geografici letterari trovati nella narrazione omerica. La vera sorpresa però è che, nella sua parte più profonda, abbiamo rinvenuto dei vasi di terracotta, segno che un tempo era stata occupata anche da esseri umani.”

Di Francesca Orelli

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