La Luna è allo stesso tempo così simile e così diversa dalla Terra da esser causa di grattacapi per i più valenti astronomi e geologi. Cosa sappiamo realmente riguardo l’origine del nostro satellite?
Teorie come quella della scissione, che voleva la Luna si fosse a un certo punto separata fisicamente da una Terra già formata, sono ormai superate dalle conoscenze attuali e si è a lungo ritenuto i due corpi celesti fossero nati contemporaneamente dallo stesso accumulo vorticante di materia con una parte più grande a formare il pianeta su cui viviamo e una più piccola a generare il suo satellite.
Ma in questo modo la composizione geochimica dei due oggetti dovrebbe risultare sostanzialmente identica e grazie ai campioni raccolti durante le missioni Apollo sappiamo non essere così: infatti le molte similitudini della composizione della Luna con la Terra si limitano al solo mantello, lo strato al di sotto della crosta terrestre spesso poco meno di 3000 km, meno della metà del raggio terrestre, che circonda il nucleo. È peraltro a esso praticamente identico.
L’ipotesi della cattura da parte della Terra di una Luna nata altrove nel sistema solare viene esclusa poiché non spiegherebbe tali similitudini geologiche e soprattutto per l’orbita del satellite, quasi circolare: un oggetto di massa così grande sarebbe dotato di un’energia tale da portarlo, nella pur già di per sé fisicamente quasi impossibile evenienza della “cattura”, ad assumere un’orbita fortemente ellittica.
Ecco allora nascere a metà anni 70 l’ipotesi dell’Impatto con Theia: questo pianeta delle dimensioni di Marte si sarebbe formato agli albori del sistema solare lungo la stessa orbita della Terra; destabilizzatosi (forse a causa di influenze esterne come la massa di Giove) avrebbe impattato contro la giovane Terra con l’angolo “giusto” (45°), tale da “strapparne via” una parte di crosta e mantello; i due pianeti non erano ancora del tutto solidificati e si ritiene metà di Theia si sia fusa con la Terra, contribuendo in particolare ad accrescere le dimensioni del nucleo ferroso. Il resto avrebbe dato origine, insieme al materiale terrestre scaraventato nello spazio, a un anello di detriti rocciosi poveri di metalli pesanti in orbita intorno al pianeta che si sarebbero col tempo condensati fino a formare la Luna (dotata sì di un nucleo ferroso, ma molto piccolo in rapporto alle dimensioni).
Sì era a lungo ipotizzato essa fosse composta quasi interamente da materiale proveniente dal mantello terrestre, ma analisi approfondite dei campioni lunari in nostro possesso (come la quantità d’acqua in essi contenute, assai superiore al previsto) tendono oggi a privilegiare l’ipotesi secondo cui la Luna sia costituita per metà da Theia stesso.
Al momento la teoria dell’impatto gigante è quella che più mette d’accordo i ricercatori, accordandosi con le caratteristiche e le contraddizioni della nostra grande compagna celeste.
[Immagine: Dana Berry, National Geographic]
Di Corrado Festa Bianchet